Conferenza internazionale sulla sicurezza a Monaco
Al via a Monaco, in Germania, la 47.ma Conferenza internazionale sulla sicurezza,
cui prendono parte capi di Stato e di governo, oltre a rappresentanti delle principali
istituzioni internazionali. Tra le personalità che fino al 6 febbraio si confronteranno
sui nodi cruciali della politica internazionale, figurano anche il segretario generale
dell’Onu, Ban Ki-moon, il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, e il presidente
afghano Kharzai. Grande esclusa di quest’anno la Bielorussia, accusata di non rispettare
gli standard internazionali sui diritti umani. Molti temi in agenda, sia di carattere
economico e finanziario sia di intelligence. Sull’importanza della Conferenza di Monaco,
Stefano Leszczynski ha intervistato Emanuele Schibotto, analista internazionale
per la rivista di geopolitica Equilibri.net:
R. – E’ chiaramente
una conferenza che nel corso degli anni ha acquisito uno spessore internazionale davvero
di rilievo. E’ un terreno fertile per la cooperazione e la collaborazione tra gli
Stati Uniti, l’Europa e la Russia. Però, a livello di altri temi, secondo me ce ne
sono molti: per esempio, la guerra cibernetica con i “cyber attacks”. Il ministro
degli esteri del Regno Unito parlerà di un possibile accordo, che secondo me è fondamentale,
tra gli Stati, per quanto riguarda un comportamento che gli Stati dovrebbero tenere
nei confronti dell’uso di internet e delle informazioni sensibili che vengono scambiate
tramite la rete. Un altro argomento molto attuale è, chiaramente, la non proliferazione
nucleare che è in agenda.
D. – Verranno affrontati anche problemi relativi
a scenari di crisi molto difficili, come l’Afghanistan e il Medio Oriente?
R.
– Si parlerà soprattutto di Afghanistan e dei rapporti tra la Nato, che è l’attore
principale in Afghanistan, e la Russia: dei rapporti tra Nato e Russia in Afghanistan,
cercando una “exit strategy” comune. Da quella collaborazione potrebbero poi nascerne
altre, tenendo presente la buona volontà da parte europea e da parte americana, di
andare incontro alla Russia.
D. – Che senso ha la presenza di un “outsider”
come il quartetto per il Medio Oriente, che vuole portare all’interno della Conferenza
di Monaco il problema del processo di pace israelo-palestinese?
R. –
Il senso è quello di recuperare un po’ la faccia nei confronti della comunità internazionale,
portando sul tavolo a Monaco questo tema attuale, ancora in corso, un tema vivo, per
dire: vediamo di darci da fare visto che, nelle settimane scorse noi – inteso come
Unione Europea – abbiamo agito in maniera non uniforme e soprattutto abbiamo agito
poco e male. Il tema centrale della Conferenza sarà l’entrata in vigore dell’accordo
Start, il nuovo Start, l’accordo sulla riduzione di armamenti strategici tra Stati
Uniti e Russia. Non credo che gli Stati Uniti e la Russia vogliano offuscare un trattato
così importante per le relazioni russo-americane, con un’iniziativa dell’Unione Europea
che, francamente, sembra fuori luogo … (gf)