2011-02-03 14:16:07

Sri Lanka: la diocesi di Mannar chiede al governo verità sugli abusi dei diritti umani


Il governo dello Sri Lanka “deve dimostrare pubblicamente l’impegno per la verità sugli eventi registrati durante decenni di conflitto civile. Questo impegno è premessa indispensabile ad ogni sforzo di riconciliazione”: è quanto afferma una nota della diocesi di Mannar, inviata alla Commissione sulla Riconciliazione istituita dal governo del Presidente Rajapaksa (la cosiddetta “Lessons Learnt and Reconciliation Commission”). La nota, firmata dal vescovo di Mannar, mons. Jospeh Rayappu, e giunta all’agenzia Fides, rimarca l’urgenza di “non coprire la verità sulle violazioni dei diritti umani e sul diritto umanitario”, chiedendo una esplicita chiarificazione sul destino di oltre 146mila cittadini dell’area di Vanni, dei quali non si ha più alcuna notizia dalla fine della guerra. Riconoscendo l’importanza dell’opera per la riconciliazione nazionale, la Chiesa locale “disapprova l’operato della precedente Commissione di Inchiesta che ha fallito nel far emergere la verità sulle violazioni dei diritti umani e sulle esecuzioni extragiudiziali”, citando alcuni clamorosi episodi come l’attacco alla Chiesa cattolica di Pesalai (nella diocesi di Mannar), dove si erano rifugiati molti civili, e la scomparsa del sacerdote cattolico padre Jim Brown, entrambi avvenuti nel 2006. La Chiesa nota che la visita a Mannar dei rappresentanti della Commissione per la Riconciliazione è stata troppo breve: tre giorni per raccogliere informazioni e prove su oltre 30 anni di conflitto. La Chiesa locale segnala anche le migliaia di sfollati ancora presenti nell’area di Mannar, che a 20 mesi dalla fine della guerra non hanno ancora un casa, non hanno mezzi di sussistenza, non hanno accesso all’acqua e ai servizi essenziali come la sanità e l’istruzione. In passato la Commissione per la Riconciliazione era stata fortemente criticata da un gruppo di Organizzazioni non governative internazionali e da settori della società civile dello Sri Lanka. Le Ong criticavano “l’assenza di indipendenza e credibilità”, condizioni basilari per condurre una indagine seria sugli abusi e un’opera efficace per la riconciliazione. (R.P.)







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