2011-02-03 18:13:35

Sette giorni per un matrimonio. Il romanzo di Marina Poddine Floris


La bellezza del matrimonio che fronteggia e vince, nella risposta di fede, ogni difficoltà e crisi. E’ il filo rosso del romanzo “Sette Giorni per un matrimonio” di Marina Poddine Floris. Il testo apre una finestra sulla vita di Giorgia, la protagonista e suo marito Sergio che arrivati sull’isola di Stromboli attraverso colpi di scena e misteri affrontano e risolvono i fantasmi del proprio rapporto. Massimiliano Menichetti ha chiesto all’autrice com’è nato: “Sette giorni per un matrimonio”:RealAudioMP3


R. – Tutto inizia da un’esperienza personale. Essendo una persona di fede ed in un percorso di fede, credevo di essere “inattaccabile”. Molti anni fa, invece, quando i miei figli erano piccoli, mi sono trovata a fronteggiare una tentazione nel matrimonio, che ho vinto grazie alle armi che la Chiesa mi ha consegnato e che sono la preghiera, il digiuno. Da quell’esperienza è nata poi l’esigenza di aiutare coppie che potevano avere dei dubbi, essere in crisi, il modo più naturale è stato scrivere, ed è nato Sette Giorni per un matrimonio. Nel libro ho costruito tutta una serie di situazioni attraverso le quali far passare concetti fondamentali che potessero far riflettere anche persone non credenti.

D. - Uno di questi punti è proprio la ricaduta che la divisione ha sui figli…

R. – Si parla, in modo piuttosto esplicito, di come ci sia questo grave incidere nella vita dei bambini, quando sono piccoli e quando crescono con questa ferita molto profonda, perché – come dice la protagonista – “è come un terremoto: si apre la terra e il bambino non sa più da che parte stare, dove mettere i piedi”. E’ una cosa che non appare nell’immediato, ma viene poi fuori col tempo. E già questo rappresenta una grande responsabilità per chi è genitore.

D. – Comunque, attraverso le pagine di questo romanzo, si coglie l’invito alla conversione, a restare saldi nella fede per fronteggiare tutte le difficoltà…

R. – Certamente, perché c’è un aiuto grandissimo. I due protagonisti si dicono quanto, per esempio, abbia importanza la preghiera: può impedire di cadere; fa riflettere e fa riavvicinare; fa ricominciare tutto da capo; fa essere nuove tutte le cose.

D. – Anticipiamo qualcosa: ci troviamo a Stromboli e il marito della protagonista parte per un viaggio, anche lui dovrà affrontare alcune difficoltà, e la tentazione per la protagonista sarà un pittore che vive sull’isola…

R. – Sì e, per non svelare troppo, c’è un fatto imprevisto, catastrofico che fa in modo che i due protagonisti possano parlare, confrontarsi seriamente su quei problemi che li avevano tenuti distanti, rendendoli incapaci di comunicare.

D. – “Sette giorni per un matrimonio”, perché?

R. – Perché si svolge tutto in un tempo rapidissimo. In realtà ci sono tre giorni sull’isola in cui lei è sola ed altri quattro giorni in cui lei non è propriamente sola, c’è un divenire diverso… e leggendo si vedrà poi cosa accadrà.

D. – Sette giorni e si decideranno le sorti dei due protagonisti, del loro matrimonio?

R. – Esattamente, sì.

D. – Delle prove, una crisi ed una unione che vince nell’appartenenza a Cristo. Qual è il messaggio di questo romanzo sintetizzato in una frase?

R. – Coraggio, il matrimonio è un’opera grandiosa: ma è un’opera, è una costruzione a cui il Signore apre tutte le porte se tu hai questo desiderio. (mg)









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