Elezioni anticipate in Irlanda: si vota il 25 febbraio
Le elezioni legislative anticipate in Irlanda si terranno il 25 febbraio: lo ha annunciato
ufficialmente il governo del premier conservatore, Brian Cowen, che ieri aveva chiesto
al capo dello Stato lo scioglimento delle Camere. L’isola è stata travolta dalla crisi
finanziaria nei mesi scorsi. Fausta Speranza ha intervistato Tom Clonan,
analista dell’Irish Times:
R. – The
Irish people are prepared to take some austerity measures,… Gli irlandesi
sono disposti ad affrontare misure di austerità, però vogliono che l’attuale governo
se ne vada perché lo ritengono responsabile di tutti i problemi attuali. Gli irlandesi
pensano che il governo del Fianna Fáil di Brian Cowen non avrebbe avuto l’autorità
morale per imporre misure di austerità al popolo.
D. – Le nuove elezioni
quali prospettive aprono?
R. – The new government, we’re hoping that
they negotiate with the IMF… Speriamo che il nuovo governo voglia negoziare
con il Fondo monetario internazionale e con la Banca centrale europea e che possa
ottenere una riduzione del tasso di interesse che stiamo pagando. Gli irlandesi sono
molto pragmatici: sono disposti a lavorare sodo, sono disposti a lavorare per uno
stipendio un po’ ridotto, a sopportare la fatica, ma i tassi d’interesse sono molto,
molto alti e questo è un Paese piccolo. Non sappiamo se riusciremo a sopravvivere
per cinque anni con questo tipo di austerità. Ci aspettiamo un po’ di flessibilità
da parte della Banca centrale europea. Non cerchiamo una grande rinegoziazione, né
una grande trasformazione: soltanto una revisione che ci possa aiutare.(gf)
Sciopero
dei trasporti ad Atene. I giudici: illegale quello dei lavoratori della Metro Nuovo
black out nel traffico di Atene, a causa della decisione dei lavoratori del
settore trasporti pubblico di intensificare le loro mobilitazioni contro il piano
di risanamento del settore, già in parlamento in attesa di essere approvato. Indicative
delle intenzioni dei sindacalisti sono le agitazioni coordinate di oggi, che riguardano
tutti i mezzi, salvo il tram, e che paralizzeranno ancora una volta la capitale. Anche
i lavoratori della metropolitana partecipano alle mobilitazioni, ignorando la decisione
del tribunale che ha giudicato illegale il loro sciopero. Settimana "calda" anche
per il settore della salute pubblica, con lo scontro dei medici e dei farmacisti con
il Ministero della sanità.
Due attentati Pakistan: uccise nove persone,
di cui tre bimbi, e cinque agenti Almeno nove persone, tre delle quali bambini,
sono morte per l'esplosione di una autobomba contro un posto di polizia a Peshawar,
in un affollato rione commerciale nell'area di Budh Bair. Altre 19 persone sono rimaste
ferite. E cinque poliziotti sono stati uccisi in un agguato compiuto da presunti militanti
separatisti nella provincia meridionale del Baluchistan, poche ore dopo il sequestro
di un funzionario governativo. Sempre in Baluchistan, provincia che confina con Afghanistan
e Iran, sono attivi diversi gruppi separatisti che di recente hanno intensificato
gli attacchi contro obiettivi governativi e contro i gasdotti che attraversano la
regione ricca di giacimenti metaniferi e altre risorse minerarie.
Mauritania,
esercito uccide tre presunti terroristi L'esercito della Mauritania ha fatto
saltare stamani un veicolo imbottito di esplosivo alle porte della capitale Nouakchott,
uccidendo le tre persone che si trovavano a bordo. Lo rendono noto fonti militari.
Il veicolo "tentava di infiltrarsi nella capitale per compiere degli attentati", secondo
la fonte. Il mezzo "è stato individuato a 12 km dall'entrata sud di Nouakchott e preso
di mira da un obice di una unità speciale dell'esercito". L'esplosione, molto forte,
è stata udita in diversi quartieri della capitale. Alcuni militari sono rimasti leggermente
feriti.
Vescovi Ue: rammarico per il mancato voto sulle persecuzioni contro
i cristiani La Comece, la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea,
si è pronunciata ieri pomeriggio su quella che ha definito una spiacevole riluttanza
da parte del Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Ue ad assumersi la responsabilità
di firmare un chiaro documento di condanna delle persecuzioni contro i cristiani e
altre minoranze nel mondo. I 27 non hanno trovato l’accordo lunedì scorso su un testo
che ricalcava la Risoluzione del Parlamento europeo, come pure la Raccomandazione
del Consiglio d’Europa, giunte pochi giorni prima. La Comece nel suo forte comunicato
ricorda che “gli attacchi recenti ai cristiani non sono fatti isolati, ma che piuttosto
le statistiche documentano che la maggioranza degli attacchi alla libertà religiosa
riguarda cristiani”. Inoltre, la Comece sottolinea come tutto ciò era ben documentato
e trattato nei pronunciamenti del Parlamento europeo (20 gennaio) e del Consiglio
d’Europa (27 gennaio). Ricordando che “il dovere di difendere i diritti fondamentali
e tra questi la libertà religiosa viene espresso chiaramente nei Trattati dell’Ue
e in molte dichiarazioni ufficiali”, la Comece afferma: “Ci aspettiamo che l’Ue metta
in atto azioni concrete per mettere in pratica questi principi”. Del margine di azione
possibile, dopo il rinvio della decisione dei ministri Ue, Fausta Speranza
ha parlato con l’on. Luca Volontè, capogruppo dell’Udc alla Camera del Parlamento
italiano e componente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa:
R. - Certamente,
è una pagina buia per il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea, una pagina buia
per l’Europa a 27. Si arena l’iniziativa del Parlamento europeo, che ha chiesto direttamente
al Consiglio dei ministri dell’Unione Europea di fare un gesto. Non si arenano, invece,
gli impegnativi richiami e le impegnative raccomandazioni che il Consiglio d’Europa
ha fatto ai 47 Paesi membri, dei quali sono parte anche i 27 dell’Unione Europea.
Quei Paesi dell’Unione Europea che fanno parte del Consiglio d’Europa devono allora
rispondere agli impegni che l’Assemblea parlamentare ha chiesto loro di assumersi
in prima persona.
D. - Dunque, in concreto, cosa dovrebbe essere fatto
contro la persecuzione dei cristiani e in difesa di questo principio di libertà religiosa?
R.
- Diffondere materiale che illustri, anche ai Paesi dell’Unione Europea, quanto siano
dannosi gli stereotipi anticristiani e la cristianofobia ormai dilagante in Europa,
porre nelle relazioni bilaterali tra i singoli Paesi europei e i Paesi del Medio Oriente
- in qualsiasi tipo di accordo, anche commerciale - il tema fondamentale della libertà
religiosa e, in particolare, della libertà e della difesa dei diritti religiosi dei
cristiani. Inoltre, attuare una politica di asilo che preveda anche la caratteristica
della libertà religiosa e della conversione al cristianesimo come uno degli elementi
fondamentali per dare il diritto di asilo. Mi sembrano questi - diciamo così - i tre
pilastri fondamentali davanti ai quali i Paesi dell’Unione Europea, nonostante il
fallimento, non possono nascondersi.(mg)
Ancora paura nel Queensland:
si avvicina il ciclone Yasi Ore di paura nel nordest del Queensland, con l'avvicinarsi
del catastrofico ciclone Yasi, che promette di essere il più violento nella storia
dell'Australia e che si dirige verso la costa punteggiata di cittadine turistiche,
prospicienti la Grande barriera corallina. Secondo le ultime previsioni meteo, Yasi
raggiungerà la terraferma verso la mezzanotte locale (le 15 in Italia), mantenendo
l'intensità di categoria 5, la più alta, paragonabile a quella dell'uragano Katrina.
Il ciclone Yasi, il cui fronte si estende per 650 km, sarà accompagnato da venti di
290 km l'ora, piogge torrenziali e alluvioni. (Panoramica internazionale a cura
di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana
Anno LV no. 33