Mons. Celata al Meeting cristiano a Bangkok: costruire la pace interreligiosa e l'unità
fra i cristiani
La libertà religiosa “è l’origine della libertà morale. In questo senso, è anche un
grande risultato nel campo politico e in quello di una cultura giusta. La libertà
religiosa si ottiene soltanto se ci si relaziona con gli altri, perché una libertà
senza rapporti non è una vera libertà. Questi rapporti sono una componente fondamentale,
che chiama i fedeli a essere solidali gli uni con gli altri per il bene comune”. Lo
ha detto l’arcivescovo Pierluigi Celata, Segretario del Pontificio consiglio per il
dialogo inter-religioso, nel corso del suo intervento al 3° Meeting cristiano dal
tema “Testimonianza cristiana in un mondo multi-religioso. Raccomandazioni per un
Codice di condotta”. Il Meeting - riferisce l'agenzia AsiaNews - è stato organizzato
dal Pontificio Consiglio, dal Consiglio Mondiale delle Chiese cristiane, organizzazione
che unisce le denominazioni protestanti con sede a Ginevra, e dall’Alleanza evangelica
mondiale. L’incontro si è svolto dal 25 al 28 gennaio a Bangkok. I due incontri precedenti
si sono svolti a Lariano, in Italia, e a Tolosa in Francia. Presente all’inaugurazione
dei lavori anche il primo ministro tailandese Abhisit Vejjajiva, che ha espresso la
propria approvazione per l’avvenimento. L’importanza dell’incontro, spiega mons. Celata,
“sta nel fatto che momenti del genere danno un contributo importante alla promozione
del rispetto reciproco e della comprensione fra i membri di religioni diverse, così
come fra coloro che hanno credi particolari. Dobbiamo impegnarci, tutti, per fare
in modo che si possa vivere insieme in maniera pacifica e nella libertà”. Da parte
sua, il premier Abhisit Vejjajiva ha aperto i lavori dicendo: “Sono felice di essere
qui a testimoniare una collaborazione diretta fra la Santa Sede, l’Alleanza e il Consiglio
dei cristiani. Il Codice di condotta è un passo importante per la promozione dell’armonia
interreligiosa, una fonte e una guida etica e morale per i fedeli”. Il tema di questo
incontro è stato scelto alla luce del Messaggio del pontefice per la 41.ma Giornata
per la pace, che ha affrontato lo spinoso tema della libertà religiosa. Secondo il
primo ministro, “la popolazione thai ha familiarità con il cristianesimo, che apprezza,
da molti anni. Soprattutto grazie ai missionari cristiani, che hanno rispettato l’anima
buddista della nazione portando però i propri valori. Grazie a loro la nostra Costituzione
pone la libertà religiosa a uno dei primi punti, proprio come – e questo è interessante
– la dipinge Benedetto XVI”. L’arcivescovo della capitale thailandese, mons. Francis
Xavier Kriengsak Kovithavanij, ha accolto con gioia i partecipanti, provenienti da
diverse parti del mondo: “Mi congratulo con tutti voi per questa partecipazione. Voglio
sottolineare i nostri sforzi, che puntano a costruire una vera relazione fra i cristiani
di tutte le denominazione, in modo che possano essere una singola unità”. Mons. Andrew
V. Thanya-anan, che da sacerdote di Bangkok è divenuto sotto-segretario del Pontificio
Consiglio afferma che “l’incontro è stato un successo grazie agli sforzi di tutti
i partecipanti. Con le diverse forme di collaborazione fra i partecipanti abbiamo
scritto questo Codice, che sarà distribuito in tutto il mondo fra poco e che sarà
uno strumento utile per tutti i cristiani, per testimoniare la nostra fede in questo
mondo multi-religioso”. (R.P.)