In Egitto sciopero generale: un milione nelle piazze contro Mubarak
Per l’Egitto è il giorno dello sciopero generale e della cosiddetta ''marcia del milione''
di persone chiamate a scendere in strada al Cairo, ad Alessandria e nelle altre città
del Paese. Un’ora fa nel centro della capitale erano già presenti 5mila manifestanti.
Dall’Unione europea, che ieri a Bruxelles ha riunito i ministri degli Esteri occupatisi
anche del congelamento dei beni del deposto presidente tunisino Ben Ali, è arrivato
il monito al capo di Stato egiziano Mubarak di varare riforme democratiche e indìre
elezioni libere. La parola ora torna alla piazza. Il servizio di Amina Belkassem:
Al rimpasto
di governo deciso ieri da Mubarak, i Fratelli Musulmani - partito d’opposizione in
Egitto - hanno risposto bocciando il nuovo esecutivo e invitando la popolazione a
manifestare fino a quando il presidente non lascerà il potere. Ma il malcontento di
piazza, sfociato in protesta poco più di una settimana fa, da quanto tempo si protraeva
in Egitto? Fabio Colagrande lo ha chiesto al gesuita egiziano padre Samir Khalil Samir,
docente di Storia della Cultura araba e d'Islamologia in Libano:
"In un momento
di caos, un gruppo islamico organizzato può prendere in mano il Paese". Lo ha detto
il premier israeliano Netanyahu, evocando per l’Egitto una situazione simile a quella
iraniana. Il Cairo, d’altra parte, ha sempre avuto un ruolo importantissimo di mediazione
nell’area mediorientale. Non a caso Stati Uniti ed Israele guardano con grande preoccupazione
a quanto sta succedendo in questi giorni. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Eric
Salerno, esperto di questioni internazionali:
Il malcontento
popolare per il caro vita e la crisi socio economica dilaga in tutto il Mediterraneo
meridionale e rischia di contagiare seriamente anche alcuni Paesi delle coste orientali
e settentrionali del bacino. Il servizio è di Stefano Leszczynski: