Dublino. L'arcivescovo di Canterbury sul vertice anglicano: risultati all’altezza
delle aspettative
“I risultati del vertice sono stati all'altezza delle mie migliori aspettative”, ha
affermato l'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, nella conferenza stampa conclusiva,
domenica scorsa del vertice dei leader della Anglican Communion, tenutosi a Dublino,
in Irlanda, di cui riferisce L’Osservatore Romano. Per l'arcivescovo Williams, tra
i maggiori risultati conseguiti dal vertice: la decisione di creare un Comitato permanente
di coordinamento e un libero confronto sul concetto di vescovo primate, soggetto a
possibili differenze in ragione delle diversità culturali dei fedeli di ciascuna provincia.
“Finalmente - ha dichiarato Williams rivolgendosi agli operatori dei media - abbiamo
ora un documento specifico che riguarda il ruolo e le responsabilità del vescovo primate.
Durante gli incontri dei giorni precedenti ci siamo confrontati seriamente su temi
di carattere teologico che riguardano la Chiesa e il nostro ministero. Inoltre abbiamo
anche deciso di procedere all'istituzione di nuove strutture per poter avere contatti
continuativi e coordinare meglio il nostro lavoro”. Il primate anglicano si è riferito
anche alla chiara posizione di appoggio espressa dai leader anglicani al documento
contro la violenza basata sulla discriminazione sessuale, adottato lo scorso anno
nel corso del Sinodo dei vescovi anglicani africani, riuniti in Uganda. “Ovviamente
- ha sottolineato - sulla condanna della violenza sessuale ci troviamo tutti d’accordo
anche se bisogna dire che in Africa il problema ha assunto dimensioni particolarmente
drammatiche a causa dell’uso di milizie irregolari in conflitti interni in molte regioni”.
Williams ha affrontato pure il tema delle numerose assenze che hanno caratterizzato
questo vertice. Assenze - ha affermato - “giustificate da diverse motivazioni personali
oppure legate a particolari situazioni che attraversano alcune province. Tuttavia
posso affermare – ha spiegato - che ogni giorno abbiamo sentito la mancanza di quanti
non hanno partecipato per esprimere il loro dissenso anche se oltre i due terzi dei
vescovi primati non hanno sollevato alcun problema”. (R.G.)