Mons. Mennini saluta la comunità russa con un appello all’unità tra cattolici e ortodossi
Con un appello all’unità, contro la “rassegnazione alla divisione” tra cattolici e
ortodossi, il nunzio apostolico mons. Antonio Mennini, ha salutato la comunità russa
prima della sua partenza per la Gran Bretagna, dove Benedetto XVI lo ha nominato suo
rappresentante lo scorso 18 dicembre. Ieri, per la messa di saluto a mons. Mennini,
la cattedrale cattolica della Madre di Dio a Mosca era gremita di fedeli. Alla funzione,
oltre il nunzio uscente, era presente l’arcivescovo nella capitale russa, mons. Paolo
Pezzi. Nella sua omelia - riferisce l'agenzia AsiasNews - il presule ha ringraziato
Mennini per il lavoro svolto e ha rivolto un pensiero alle vittime dell’attentato
terroristico all’aeroporto Domodedovo, dove il 24 gennaio sono morte 35 persone. Nominato
nunzio in Russia da Giovanni Paolo II nel 2002, mons. Mennini, 63 anni, si dedicherà
ora ai rapporti con la Chiesa anglicana, dopo aver vissuto in prima persona un rinnovato
clima di collaborazione con il Patriarcato di Mosca. Nel suo messaggio di commiato
ai fedeli russi, il nunzio stesso ha ricordato i passi avanti compiuti dalla Chiesa
in Russia. “La Chiesa cattolica, così come la Chiesa ortodossa – ha spiegato - con
la perestroika è uscita da un lungo periodo di persecuzioni e di prove. Ora, pian
piano, questi problemi stanno risolvendosi e i cattolici si sentono sempre più parte
integrante della comunità sociale del Paese. Questo comporta un’apertura graduale
alla collaborazione e al dialogo sia a livello sociale, sia anche ecclesiale”. Mons.
Mennini ha poi voluto sottolineare come, seppur in una condizione di minoranza, i
cattolici siano riusciti a ritagliarsi un ruolo importante nella collaborazione con
i fratelli ortodossi: “Campi privilegiati sono la cultura, l’educazione e il servizio
sociale, anche perché cresce la consapevolezza che i cristiani debbano rispondere
insieme alle crescenti sfide lanciate dalla società secolarista”. Ha poi ribadito
il concetto, ipotizzando che “oggi il contributo della Chiesa cattolica potrebbe forse
essere quello di offrire alla Chiesa e alla società russe la propria testimonianza
ed esperienza di presenza cristiana, soprattutto nei campi della cultura e del sociale,
che per circostanze storiche in Russia sono rimasti lungamente monopolio del regime
ateo”. “Mi sembra che i cattolici russi – ha esortato il nunzio - potranno trovare
il proprio posto e scoprire la propria missione all’interno della società nella misura
in cui approfondiranno sempre più la conoscenza e l’esperienza della propria tradizione,
della propria ‘cattolicità’”. Si è poi congedato dalla comunità con un augurio per
la “vostra testimonianza quotidiana”: “Non rassegnatevi mai alla divisione come se
fosse un fatto normale o addirittura auspicabile, non distinguete mai tra ‘noi’ e
‘loro’, non misurate mai la risposta che ricevete alle vostre iniziative. Partecipate
dello stesso amore che consumava Gesù…fatevi “tutto a tutti per guadagnare almeno
alcuni’ (1 Cor 9,22)”. L’appello all’unità, ha poi sottolineato Mennini, si riferisce
non solo ai rapporti con i “fratelli di altre fedi e confessioni cristiane”, ma anche
“all’interno della stessa comunità cattolica, delle associazioni, delle parrocchie,
delle famiglie”. “Che tutti siano uno, perché il mondo creda”, diventi dunque oggetto
della vostra preghiera quotidiana e della vita”, ha concluso il nunzio. (R.P.)