Egitto: domani la grande manifestazione anti Mubarak.L'esercito: rivendicazione legittima,
no alla violenza
Non si ferma in Egitto la rivolta anti- Mubarak, nonostante il Presidente abbia rivisto
la squadra di governo e abbia aperto alle opposizioni che però si rifiutano di trattare.
Il bilancio delle proteste è di almeno 150 morti dopo sette giorni di crisi. Nel Paese
è sciopero generale in attesa della grande manifestazione di domani con circa un milione
di persone: l’esercito garantisce libertà di espressione purchè pacifica e assicura
che non utilizzerà la forza. "Andiamo avanti fino alla caduta del regime", rilanciano
i Fratelli musulmani.L’Ue fa sapere che appoggia la transizione democratica mentre
Israele teme che prevalga un regime islamico radicale. Il servizio di Barbara Schiavulli
L’Egitto
in primo piano nella riunione dei ministri degli esteri a 27 dell’Unione europea oggi
a Bruxelles per esaminare una serie di scenari critici. Per il paese nordafricano
l’appello è a elezioni libere e giuste, al dialogo con l’opposizione e al ripristino
delle reti di comunicazione. Al vaglio dell’UE anche la situazione in Tunisia e in
Bielorussia con una stretta nei confronti delle classi dirigenti.Minsk minaccia risposte
adeguate. Il servizio di Laura Forzinetti
Sulla
situazione che sta vivendo la popolazione in Egitto, abbiamo raccolto alcune testimonianze.
La prima è quella di Heba, una giovane che lavora al Cairo, ma vive a Alessandria.
L’ha intervistata Olivier Bonnel:
R. – On commence
vraiment à s’allarmer, parce que .. Iniziamo ad allarmarci veramente perché manca
la sicurezza. In ogni quartiere nascono piccoli comitati civili di sorveglianza. C’è
dialogo e collaborazione con l’esercito e questa è una novità. Invece la polizia è
scomparsa! E quando è scomparsa hanno cominciato a verificarsi violenze e saccheggi.
Io credo che tutto ciò sia il frutto di un piano preciso perché queste azioni di violenza
non si possono semplicemente attribuire a gruppi di banditi. Non c’è logica, infatti,
nell’attaccare ospedali o l’azienda dell’acqua. E’ veramente il senso del caos che
si vuole diffondere. Ci si chiede come sia possibile che tutti gli agenti e il personale
del Ministero degli Interni siano scomparsi: da ogni strada, da ogni regione … Veramente,
non c’è logica …(gf)
Sulla protesta ascoltiamo ora un altro giovane egiziano,
Hady, che vive e lavora al Cairo. L’intervista è di Emer McCarthy:
R. – I heard
a lot of rumours about it’s a devolution of hungry people, … Ho sentito alcuni
dire che questa è una rivoluzione di gente affamata, la rivoluzione dei poveri, ma
non è cosi: questa è la rivoluzione dell’Egitto, non riguarda la fame. E noi stiamo
tutti marciando in pace, uniti, come fratelli e sorelle appartenenti ai diversi livelli
della società. C’è l’intero Egitto, non solo i poveri. E non siamo noi che stiamo
distruggendo tutto; noi abbiamo delle richieste da avanzare: vogliamo una maggiore
democrazia, maggiore rispetto per le persone, vogliamo che la gente abbia cibo e quello
di cui c’è bisogno per vivere. Io non ho bisogno di nulla, ma manifesto con queste
persone, perché questa è la mia gente, questa è la mia nazione! Ho visto persone morire,
ho visto adulti e bambini inondati di gas lacrimogeni che non riuscivano più a respirare
... è stato davvero tragico vedere come la polizia abbia colpito normali cittadini,
gente che camminava in pace, scandendo le loro domande. E’ stato veramente drammatico
e continuerà, non credo che si fermerà ... continuerà ancora e ancora! (ap)
A
livello internazionale, l’Unione Europea, attraverso l'alto rappresentante della politica
estera della Ue, Catherine Asthon, ha ribadito il proprio sostegno alla transizione
democratica in Egitto senza però interferire sulle scelte del popolo che dovranno
compiersi liberamente attraverso elezioni. Israele, invece, ha invitato i governi
europei e gli Stati Uniti ad appoggiare Mubarak nell’interesse dell’Occidente e del
Medio Oriente. Del resto l’Egitto ha sempre avuto un ruolo importantissimo di mediazione
nell’area mediorientale. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Eric Salerno,
esperto di questioni internazionali:
R. - Indubbiamente
ha avuto un ruolo importante, ma non è un ruolo che è sempre piaciuto agli altri regimi
e soprattutto non è sempre piaciuto ai popoli arabi della regione, perché è una mediazione
che è sempre stata un po’ legata alla politica americana e a quella israeliana.
D.
- Il possibile avvento di El Baradei, che è una figura molto importante a livello
internazionale, cambierà le carte in tavola o l’Egitto potrà continuare ad avere un
ruolo di mediazione nell’area?
R. - Se El Baradei riuscisse ad arrivare a governare
il Paese, sicuramente avrebbe un ruolo molto equilibrato nella regione, probabilmente
ancora più equilibrato e più stimato di quello di Mubarak. Il problema, è di vedere
se El Baradei riesce ad arrivare a guidare un Paese dove la forza politica maggiore
è sicuramente quella dei Fratelli musulmani.
D. - L’Egitto è un Paese importante
anche per gli investimenti di molti Paesi occidentali. Cambieranno le cose su questo
fronte? Cosa si può prevedere?
R. - Questo dipende da quello che succede in
Egitto. L’Egitto è importante anche per l’Italia, molto importante: l'Italia è il
primo partner commerciale dell’Egitto. Cosa succederà dopo, dipenderà da quale sarà
la stabilità del Paese, perché se riescono a calmare le cose, ad andare avanti nella
stessa maniera, direi che anzi potrebbe esserci uno sviluppo maggiore della partecipazione
economica internazionale in Egitto, proprio perché con una maggiore stabilità si possono
intraprendere nuove iniziative industriali e favorire quindi un’economia che ha bisogno
di arrivare al popolo ancora di più di quanto non abbia fatto finora. (ma)