Roma. Fiaccolata dopodomani in Campidoglio per i profughi eritrei nel Sinai
Chiederanno il rilascio dei 250 profughi eritrei sequestrati da mesi nel deserto egiziano
del Sinai i partecipanti alla fiaccolata silenziosa che si terrà in Campidoglio, lungo
la monumentale scalinata, il prossimo primo febbraio. Rispetto al gruppo degli ostaggi
– aggiorna sulla situazione don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia che
promuove la manifestazione assieme al Consiglio italiano per i rifugiati CIR, all’Associazione
“A Buon diritto” e al Centro Astalli - “non sappiamo che fine abbiano fatto un centinaio
di persone” e nell’ipotesi che siano “finite nelle carceri egiziane (…) chiediamo
che gli operatori dell’Unhcr possano visitarle ed accogliere le loro richieste di
asilo politico”. Don Zerai, riferisce l'agenzia Sir, ricorda inoltre che “il governo
egiziano, in quanto firmatario della Convenzione di Ginevra del 1951, deve garantire
a queste persone l’accesso al diritto di asilo” e informa che altre 27 persone sono
ancora nelle mani dei trafficanti a Rafah e “stanno vivendo ore drammatiche”. In particolare
– continua il sacerdote – “la donna incinta al quinto mese, dopo i maltrattamenti
dei giorni precedenti, ieri pomeriggio ha perso il bambino che portava in grembo.
Ora teme per la sua vita, perché continua a perdere sangue, senza ricevere nessuna
cura medica”. Un altro ragazzo, dopo essere stato “picchiato selvaggiamente dai predoni,
giace a terra da giorni, in condizioni di salute fortemente compromesse”. Secondo
il resoconto del sacerdote eritreo, al gruppo di prigionieri si sarebbero “aggiunti
38 nuovi profughi, ignari di tutto quello che sta succedendo”. Don Zerai torna a chiedere
all’Europa di “non voltare le spalle a queste persone”, denunciando “il silenzio dei
governi della regione”. “Il parlamento europeo – è l’ appello finale – si attivi
usando tutti gli strumenti giuridici e diplomatici a disposizione per ottenere dai
governi coinvolti in questa drammatica situazione un intervento risolutivo per liberare
e proteggere i profughi che ora sono tenuti in condizione di schiavitù nel Sinai”.
(C.D.L.)