Caso Ruby, protesta delle donne: difendiamo la dignità. Intervista con suor Eugenia
Bonetti
Il caso Ruby e la dignità della donna. A migliaia, in numerose città d’Italia, le
donne hanno manifestato ieri contro il premier, Silvio Berlusconi. La vicenda, sulla
quale è in corso un’indagine della magistratura, continua a suscitare prese di posizione
da parte della società civile, ma anche nel mondo ecclesiale. Sempre di ieri, è il
monito del cardinale arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, che ha invitato a
un atteggiamento di “esemplarità” coloro che sono chiamati “a guidare il Paese”. E
tra le voci di indignazione per ciò che le recenti vicende di cronaca stanno significando
circa la dignità della donna, c’è anche quella di suor Eugenia Bonetti, responsabile
dell’Ufficio Tratta donne e minori dell’Unione superiori maggiori d’Italia. Gabriella
Ceraso l’ha intervistata:
R. – Di fronte
alla realtà di queste settimane, ci sentiamo veramente umiliate e anche indignate
per come stanno strumentalizzando la donna come corpo, come oggetto, come merce, come
bellezza esteriore, tranne che la donna come dignità, che è una realtà sacra, profonda,
di cui noi dobbiamo renderci conto. E’ proprio la presenza della donna nel mondo che
cambia tante situazioni, perché la donna non è solo corpo, ma è mente, cuore, accoglienza,
dedizione. Noi abbiamo contatti ogni giorno con donne che vogliono riacquistare la
dignità, la libertà, l’identità a loro tolta. Quindi, abbiamo sentito il bisogno di
ribellarci a questa proposta di donna, perché poi diventa una proposta, una vita diversa
che è fatta di festini, di allettamenti, di tante cose che, nel sostrato, non sono
la donna.
D. – Chi parla fa questa differenza: escort e prostitute.
Ma c’è una differenza? Si tratta comunque di vittime anche in questo caso?
R.
– Queste donne subiscono anche loro la pressione fatta dai mass media, dagli stereotipi
di queste situazioni, che non sono reali, non sono vere. In fondo in fondo, rivelano
che c’è un grande vuoto e un grande bisogno di emergere come donna, accolta nella
sua identità, nella sua dignità.
D. – Tutti questi particolari, queste
notizie che stanno emergendo in questi giorni, potrebbero anche essere visti come
lo specchio di qualcosa che è ormai piuttosto pervasivo nella nostra cultura - nei
programmi, nelle notizie televisive: un’immagine di donna che è sempre la stessa...
R.
– E’ latente, ma sta emergendo con una grande forza proprio perché tutto richiama
quello. E io qui dico, a noi donne - che non abbiamo più il coraggio di intervenire,
di reagire e a molte donne, molte mamme alle quali sembra che la figlia che vive questa
realtà possa avere un futuro, una carriera - dico che invece questa ragazza diventa
una persona vuota: vuota di senso, vuota di valori. Si può fare carriera anche nel
mondo dello spettacolo, ma in modo dignitoso. Quindi, ridiamo alle nostre giovani
la possibilità di impegnarsi nel loro mondo femminile con serietà, con responsabilità
e avremo allora anche un mondo migliore.(ap)