Quale unità?: editoriale di padre Federico Lombardi
Con la celebrazione dei Secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo
Apostolo, presieduti dal Papa lunedì scorso nella Basilica di San Paolo fuori le Mura
si è conclusa la Settimana di preghiera per l'Unità dei Cristiani. Proprio sull'importanza
dell'ecumenismo si sofferma il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel
suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo
Vaticano:
“La ricerca
del ristabilimento dell’unità fra i cristiani divisi non può ridursi ad un riconoscimento
delle reciproche differenze e al conseguimento di una pacifica convivenza”. Queste
parole del Papa durante i Vespri del 25 gennaio nella Basilica di San Paolo suonano
come un monito forte.
Quante volte, di fronte alle difficoltà del confronto
o del dialogo, ci ritiriamo sulle nostre posizioni e ci accontentiamo di evitare le
tensioni, riconoscendo cortesemente le distanze reciproche, ma rinunciando a esporci
a passi più impegnativi, sentiti forse come rischiosi per le abitudini o le sicurezze
acquisite. Una cultura della tolleranza e del pluralismo rende naturale questo atteggiamento,
che molte volte si presenta come il più realistico e saggio. Ma è proprio così?
L’unità
è un’altra cosa. Il Papa continua: “Ciò a cui aneliamo è quell’unità per cui Cristo
stesso ha pregato e che per sua natura si manifesta nella comunione della fede, dei
sacramenti, del ministero”. Di fronte alla “tentazione della rassegnazione e del pessimismo”
Papa Benedetto ci invita a ravvivare “la fiducia nella potenza dello Spirito Santo”
e a “proseguire con passione il cammino”. San Paolo cade da cavallo quando incontra
Gesù, e la sua vita cambia. Conversione. Che cosa vuole Cristo da noi? Non certo che
restiamo al punto in cui siamo. Se no i nostri incontri ecumenici resteranno belle
scenografie, e saranno specchio di un passato di divisioni più che germe di futuro
e di più credibile testimonianza della presenza dello Spirito di Dio. Uno Spirito
a cui dobbiamo fare più spazio nel nostro mondo attraversato dall’odio. Con il realismo
dell’amore.