2011-01-29 15:43:37

I leader anglicani a Dublino cercano intese attraverso l'impegno sociale


Una nuova proposta di impegno sociale verso i poveri che potrebbe fare da collante tra le diverse tendenze delle province irlandesi, in disaccordo sul consentire o meno l'ordinazione di pastori e la consacrazione di vescovi a persone con tendenze omosessuali. È l’idea d’intesa lanciata al vertice dei leader anglicani, in corso fino a domani a Dublino, dall'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, in qualità di presule primate dell'Anglican Communion. Il progetto di mons. Williams, secondo quanto pubblicato sul sito in rete virtueonline.org, si chiama “Global Anglican Relief and Development Alliance” ed è stato studiato dal Secretary General of the Anglican Communion Office di Londra. Nonostante le divergenze tra le diverse province anglicane sul piano dottrinale, si sottolinea nel comunicato, queste “non dovrebbero dividersi nell'impegno di soccorso verso i poveri”. Il progetto studiato a Londra, infatti, comporta per le province un impegno finanziario di quattrocentomila sterline inglesi all'anno per i prossimi tre anni, poiché per combattere lo scandalo della povertà “si richiede un'azione coordinata da parte dell'Anglican Communion”. La proposta dovrebbe quindi consentire di mettere a disposizione consistenti fondi per Africa e Asia, ora in stato di gravi ristrettezze. Tuttavia, tra i principali finanziatori del progetto dovrebbero esserci quei leader episcopaliani del nord America che sono la causa principale dell'attuale spaccatura e recentemente alcuni presuli anglicani conservatori hanno rifiutato aiuti finanziari da parte degli episcopaliani. Ieri a Dublino si sono contestate infine le motivazioni presentate per le assenze dei leader anglicani di Kenya e di Tanzania. Secondo il portavoce del vertice, i due presuli avevano dichiarato che la loro assenza era dovuta a “ragioni personali” e a “impegni improrogabili”, mentre secondo i contestatori entrambi avevano sottoscritto, nel 2010, un documento che li impegnava a non avere contatti con i leader episcopaliani nordamericani. (L.G.)







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