2011-01-28 15:17:19

Tunisia: rimpasto del governo di unità nazionale


In Tunisia, la gente lascia la piazza. Oggi i giornali parlano del neonato governo di transizione annunciato ieri dal primo ministro Mahmmoud Gannouchi, per portare il Paese alle elezioni e – come ha sottolineato il premier - senza gli uomini di Ben Ali, così come la piazza ha chiesto per giorni. Lo stesso Gannouchi, per 11 anni primo ministro nel regime dell'ex presidente e ancora prima ministro del governo di unità nazionale ha detto che lascerà alla scadenza del suo mandato tra sei mesi. Ma qual è il sentire della gente? Fausta Speranza lo ha chiesto all’inviato a Tunisi dell’agenzia France Presse, Dario Thuburn:RealAudioMP3

R. - La reazione è molto positiva. La gente è un po’ stanca di queste proteste quotidiane. Ci sono stati molti cambiamenti nella vita non solo politica, ma anche nell’economia, nella vita sociale. Ci vuole ora un po’ di tempo per riuscire ad assorbire questi cambiamenti e la gente vuole un po’ di calma per fare questo.

D. - Come sarà questa preparazione alle elezioni tra sei mesi, nell’arena politica?

R. - Sarà molto difficile, perché nel regime di Ben Alí non c’era una vera opposizione e quindi non ci sono, in realtà, leader di partiti; non c’è una vera politica, così come noi la possiamo intendere. Quindi sì, sarà difficile; sarà caotico, forse … Ma la voglia del popolo, della gente con la quale ho parlato è quella di andare verso la democrazia, di avere queste elezioni. E poi si vedrà …

D. - Domani a Tunisi è prevista una manifestazione delle donne: qual è stato e qual è il ruolo delle donne?

R. - I diritti delle donne sono molto, molto tutelati in Tunisia e questo è - ironicamente - uno dei grandi successi di Ben Alí e del precedente regime. Adesso, molte donne sono preoccupate per questi cambiamenti, specialmente riguardo al fondamentalismo islamico: vogliono capire se tornerà in Tunisia, se tornerà nella politica. Quando parlo con loro, le donne sono molte caute, mentre gli uomini sono felicissimi di questa rivoluzione, sono molto fieri. Le donne sono molto più caute. Ora ci sono delle leggi che tutelano i diritti delle donne nelle famiglie, delle donne divorziate; che permettono loro di comportarsi come vogliono, di fare la vita che vogliono, di vestirsi come vogliono. Le donne sono quindi un po’ preoccupate che ci possano essere dei cambiamenti.

D. - In qualche modo, Tunisi è stata presa a modello in Algeria, nello Yemen, in Egitto: c’è questa sensazione da parte della gente?

R. - Molti sono fieri di questo e dicono: adesso vogliamo la rivoluzione anche in altri Paesi. La gente parla della Libia, dell’Algeria, dell’Egitto … I tunisini leggono e sentono di queste proteste in altri Paesi e sono fieri di questo, perché è cominciato tutto qui.

D. - Secondo te, c’è una specificità tutta tunisina di questa rivolta?
R. - Parlando con esperti, mi dicono che sì, ci sono delle specificità tunisine: il fatto che la popolazione sia abbastanza omogenea, che non vi siano divisioni tribali, non ci sono divisioni religiose o etniche. La popolazione è molto compatta e questo ha certamente reso più facile la rivolta. (mg)







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