Settimana per l'Unità: "Ogni elemento di divisione può essere superato nel dono totale
di sé alla causa del Vangelo"
In occasione della Settimana per l’Unità Cristiani, l’Editoriale della pagina dedicata
all’Africa propone una riflessione sul significato particolare che l’ecumenismo assume
nel contesto africano. Come d’abitudine, il testo si articola in due parti: la
citazione delle proposizioni finali della II Assemblea speciale per l’Africa, dedicate
al tema dell’Unità dei cristiani; seguono le riflessioni dei redattori dei
programmi africani, incentrate sul Magistero della Chiesa. *** 1 *** Dall’Elenco
Finale delle Proposizioni del Sinodo dei Vescovi per l'Africa (23 ottobre 2009), sul
dialogo ecumenico:
Nel servizio alla riconciliazione, alla giustizia e alla
pace nel continente e in unione alla Chiesa universale, la Chiesa in Africa rinnova
il proprio impegno al dialogo e alla collaborazione ecumenica.
Il Sinodo è
cosciente che, per quanto l’unità dei cristiani non sia ancora una realtà, cristiani
in diversi paesi africani si sono riuniti in varie associazioni (come l’Associazione
Cristiana di Nigeria, il Consiglio Cristiano di Liberia, ecc.) per promuovere opere
comuni di carità e per salvaguardare gli interessi dei cristiani nei moderni stati
pluralistici. (…)
All’inizio del terzo millennio del cristianesimo la nostra
grande sfida non consiste nell’illustrare le differenze di origine e di cultura, ma
nel costruire un’unità che rispetti la diversità. Uomini e donne di differente origine,
per carattere, cultura e religione possono costruire insieme un alto grado di unità:
un’unità tale da fondare la vita di ciascuno per e con gli altri per amore della stessa
persona, cioè Dio fatto uomo, Gesù Cristo, che visse tra noi, sparse il suo sangue
per noi con la più grande solidarietà e ci dà se stesso in cibo nella nostra vita
quotidiana. Questo sangue di Cristo sparso per noi è il vincolo e il fondamento di
una nuova relazione che respinge ogni parvenza di tribalismo, razzismo, etnicismo,
nepotismo, feticismo, ecc. *** 2 *** «Ogni elemento di divisione può essere
trasceso e superato nel dono totale di sé alla causa del Vangelo». Così scriveva Papa
Giovanni Paolo II, nell’enciclica Ut unum sint sull'ecumenismo.
Sin
dalla prima fase dell’evangelizzazione, in Africa la crescita della Chiesa cattolica
è stata sempre accompagnata dal fiorire di una molteplicità di confessioni: le Chiese
anglicane, luterane, metodiste, avventiste e altre. In certi casi sono state frutto
del proliferare di gruppi particolari e divisioni interne alla comunità di fedeli
cattolici. Il diffuso fenomeno delle sétte e la difficoltà di individuare un cammino
coerente rispetto alla ricerca della “verità” sono problematiche reali e significative
nel Continente.Per superare le divisioni, la Chiesa cattolica invita a promuovere
i valori comuni, la pratica della carità e la difesa della dignità della persona umana,
nello spirito del Vangelo. Lo stesso Cardinal Kurt Koch, Presidente del Pontificio
Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ha sottolineato in una riflessione
pubblicata dall’Osservatore Romano che “l'opzione ecumenica e l'impegno missionario
sono considerati come realtà inscindibili. Ecumenismo e missione sono diventati gemelli
che si appoggiano a vicenda. La testimonianza cristiana deve avere una chiave di violino
ecumenica, affinché la sua melodia non sia cacofonica ma sinfonica. Infatti, la voce
cristiana potrà essere tanto più credibile in questo mondo quanto più uniti saremo
noi cristiani nel dare testimonianza della bellezza del Vangelo”.
Sempre
per far comprendere la necessità del dialogo ecumenico, nel primo discorso tenuto
da Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, il Pastore metodista
kenyano Samuel Kobia aveva invece affidato le proprie parole a un proverbio africano:
“Se vuoi camminare velocemente, vai avanti solo…Ma se vuoi andare lontano cammina
insieme agli altri”. Il Pastore Kobia aveva parlato ugualmente dell’importanza di
un contributo originale africano al dialogo ecumenico, individuato nell’immensa spiritualità
e umanità degli africani, nella loro capacità di mantenere sempre accesa la speranza,
anche laddove tutto sembra ormai perduto o domina la disperazione.
Al di
là delle sue risorse materiali e degli strumenti concreti dello sviluppo economico,
l’Africa deve costruire il proprio cammino a partire dalla propria ricchezza morale
e spirituale. Le Chiese possono avere un ruolo se accettano – come indicato anche
dal Concilio Vaticano II - di mettere da parte le divisioni e lavorano insieme allo
sviluppo integrale dell’essere umano.
Il fondamento è nell’unità, come
Benedetto XVI ha ripetuto all’Angelus del 23 gennaio scorso: “Anche oggi,
per essere nel mondo segno e strumento di intima unione con Dio e di unità tra gli
uomini, noi cristiani dobbiamo fondare la nostra vita su questi quattro “cardini”:
la vita sul fondamento della fede degli Apostolitrasmessa nella viva Tradizione
della Chiesa, la comunione fraterna, l’Eucaristia e la preghiera.
Solo in
questo modo, rimanendo saldamente unita a Cristo, la Chiesa può compiere efficacemente
la sua missione, malgrado i limiti e le mancanze dei suoi membri, malgrado le divisioni
“E’ forse diviso il Cristo?” (1,13)
Ogni divisione nella Chiesa è un’offesa
a Cristo; e, al tempo stesso, è sempre in Lui, unico Capo e Signore, che possiamo
ritrovarci uniti, per la forza inesauribile della sua grazia”.