Il cardinale Bagnasco alla Messa conclusiva del Consiglio Cei: i sacerdoti non temano
le critiche
"Se la cultura nichilista tende a cancellare l’interiorità, i sacerdoti devono aiutare
i fedeli a riscoprirla. E in questa loro missione non possono aver paura neanche delle
possibili incomprensioni e delle critiche. L’esempio da seguire è quello di Benedetto
XVI, che ci insegna l’umiltà del tratto, la chiarezza disarmata della verità, la sapienza
lucida del dialogo, la prudenza ardita dei gesti, la libertà di fronte al mondo, il
coraggio che deriva dal sapersi nelle mani di Dio". Così il cardinale Angelo Bagnasco
ha chiuso il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (Cei), svoltosi
ad Ancona. Parole, quelle del porporato, pronunciate nell’omelia della Messa che ha
riunito nella Cattedrale del capoluogo marchigiano i membri del "parlamentino" della
Cei e i delegati diocesani del Congresso eucaristico nazionale, presenti in questi
giorni proprio ad Ancona, in vista dell’importante appuntamento di settembre. Ai sacerdoti,
ha spiegato il cardinale, spetta il compito di mantenere la professione della nostra
speranza senza vacillare, in modo da rispondere all’attesa non solo della comunità
cattolica, ma anche dell’intera società che esige da noi – nonostante limiti e debolezze
– le parole che echeggiano quelle del Signore. Siamo richiamati e sospinti, ha aggiunto
il presidente della Cei, perché la luce del nostro sacerdozio sia a servizio del mondo,
si ponga in relazione con i molti ambiti della vita, e illumini circa le perenni questioni:
il mistero del dolore e della morte, il senso del nostro esistere, il destino di ciascuno,
la meta di questo straordinario e drammatico universo, il bene e il male morale. Il
cardinale Bagnasco ha quindi invitato tutti a lottare contro l’abitudine che scolora
la vita, indebolisce la ferialità del bene, rende opaca la fede, smorza la vibrazione
dell’anima davanti al mistero eucaristico. Ogni giorno – ha concluso – dobbiamo invece
rinfocolare il “si” a Colui che ci ha scelti per misericordia e rivestiti del suo
sacerdozio. (Da Ancona, Mimmo Muolo)