Los Angeles: presentate le candidature agli Oscar che saranno assegnati il 27 febbraio
Hollywood proclama ancora una volta la sua passione per la storia, di ieri e di oggi.
Un grande film, storico appunto, ma circoscritto all’ambito delle vicissitudini private
di una stirpe reale, quella dei Windsor, ossia alla problematica balbuzie di Giorgio
VI, e agli inizi travagliati del suo regno provato dalle follie naziste e dalla guerra:
è lo splendido “Il discorso del re” di Tom Hooper, che sfida i concorrenti, alcuni
forti, altri meno, con ben 12 candidature tra le quali sei principali: miglior film,
migliore regia, migliore sceneggiatura e i tre strepitosi interpreti: Colin Firth
nel ruolo del re, Geoffrey Rush in quello del logopedista e Helena Bonham Carter consorte
reale. Un capolavoro intimo sulle prove di una famiglia e lo stile esigente cui è
sottoposto un governo responsabile, un potere maturo. Ma la storia, anch’essa biografica
e questa volta molto più contemporanea, fa capolino agli Oscar con un altro film molto
apprezzato e lodato: “The social network” di David Fincher, che si assicura quattro
candidature nelle categorie principali, dedicato alla nascita di Facebook e alle azioni
- più o meno lecite - del suo inventore, nella sua sfrenata corsa al successo e al
denaro. Ben piazzati altri titoli legati a generi classici e amati del cinema americano:
quello western rivisitato dai fratelli Cohen con “Il Grinta”, che si accaparra ben
dieci nomination; la fantascienza intellettuale di Christopher Nolan con “Inception”,
che perde però la candidatura alla miglior regia; il thriller psicologico “Black Swan”;
“Il cigno nero”di Darren Aronofsky e il dramma sportivo “The Fighter”, che
riunisce anch’esso un cast eccellente entrato giustamente nell’agone. Nel capitolo
dei film di animazione tre gioielli: il raffinato “The Illusionist”, il trionfale
“Toy Story 3” e l’avventuroso “Dragon Trainer”, mentre in quello del miglior film
straniero cinque scelte impeccabili, tra le quali il già pluripremiato film danese
di Susanne Bier “In un mondo migliore”, quello messicano, dolente e intenso, di Iñarritu
“Biutiful” e quello canadese - ma ambientato nel Libano sconvolto dalla guerra - “Incendies-La
donna che canta” di Denis Villeneuve: tre modi di raccontare la violenza e la pace,
il dolore e la speranza, in tre diversi luoghi della Terra. (A cura di Luca Pellegrini)