2011-01-26 15:11:26

I 35 conflitti che insanguinano il mondo presentati in un "Atlante" dall'Associazione 46° parallelo


Un lavoro giornalistico che non pretende di essere esaustivo né vuole dare giudizi, ma solo raccontare la guerra per cercare e pretendere la pace. E’ questo “ L’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo” curato dall’"Associazione 46° parallelo" per l’editrice Terra Nuova, e presentato ieri alla stampa. Trentacinque schede relative ad altrettante realtà mondiali, raccontano gli scontri armati in atto o le situazioni a rischio, spiegandone le cause, i protagonisti e i termini. Si tenta così di colmare la scarsa cultura di esteri che c’è nel giornalismo italiano e di diffondere l’esatta conoscenza della realtà, soprattutto tra i giovani. Il servizio è di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Raccontare la realtà della guerra per quello che è, basta farsene un’opinione; capire che non ha buoni né cattivi, ma solo vittime e che è incapace di risolvere i problemi. Per questo è stato scelto il rigore e la semplicità stilistica dell’Atlante e la firma di quindici giornalisti che parlano di realtà che conoscono da vicino, usano “frame” di reportage e la cartografia dell’Onu. Il direttore dell’Atlante, Raffaele Crocco:

“Per riflettere su cosa sia la guerra, bisogna sapere che non viviamo in un mondo in pace: in questo momento vi sono 35 conflitti in corso e 12 situazioni a rischio. Se consideriamo che sono 200 i Paesi che siedono, ad esempio, alle Nazioni Unite, vuol dire uno su cinque ed è un dato spaventoso. In India, nel Kashmir, oppure nelle Filippine, ci sono addirittura due conflitti. In Africa, ci sono tredici conflitti e in Europa ci sono cinque conflitti in corso, di uno dei quali – la Cecenia – ne sappiamo davvero poco”.

Quattro pagine sono assegnate ad ogni Paese in guerra, perché sono tutti uguali, tutti importanti. Se ne spiega il quadro generale, la geografia, la storia, l’organizzazione sociale, se ne illustra la situazione attuale con gli sviluppi e poi si conoscono i protagonisti, da Hassan el Bashir a Manuel Santos a Benazir Bhutto. Ma si capisce anche che cos’è l’Esercito di resistenza del Signore in Uganda o il Movimento islamico dell’Uzbekistan. Ancora Raffaele Crocco:

“Noi cerchiamo di far capire quali siano le cause che possono portare a una guerra e quali siano le conseguenze. Raccontiamo ad esempio del patrimonio artistico o naturalistico, degli ecosistemi che vengono distrutti dalle guerre, con il problema degli 'ecoprofughi': si calcola che entro il 2050 potrebbero essere 800 milioni. La causa principale rimane il controllo delle risorse e il controllo dei traffici e su di essi si costruiscono gli alibi, le ragioni della partecipazione delle popolazioni alla guerra: ragioni etniche, religiose, di appartenenza, di cultura”.

L’asse Eta-Farc nei Paesi Baschi, la guerra dei nomi nelle Filippine, le tombe sospette in Colombia non sono aspetti meno importanti rispetto all’affare delle droghe, delle mine o del petrolio in Iraq o in Afghanistan, eppure chi ne parla? Di guerre si sa poco o nulla e quel poco è spesso deformato o guidato da interessi. Sono le guerre mediatiche o le verità camuffate di cui invece parla l’Atlante. Luciano Scalettari è uno degli autori ed una firma di Famiglia Cristiana:

“L’Atlante è uno strumento che cerca di riempire questa lacuna informativa, perché appunto le testate italiane trattano pochissimo di esteri e ne trattano a 'spot', quindi quasi mai si riesce a capire il contesto in cui accade qualcosa, si rischia addirittura di non fare buona informazione”. (ap)







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