Buthan: il regno buddista sudasiatico apre ai cristiani
Il regno buddista del Buthan è pronto a riconoscere ufficialmente il cristianesimo.
Fino ad oggi nel Paese dell’Asia meridionale - riferisce il sito del Pime MissiOnLine.org
- solo buddismo e induismo sono religioni ammesse pubblicamente e possono essere costruiti
templi solo di questi due soli credo. Il Bhutan è balzato agli onori delle cronache
internazionali per il fatto che il suo quarto re, Jigme Singye Wangchuck, ha istituito
un altro indice di benessere, non solo economico, ma che tenga conto della felicità
della popolazione. Ma qualcosa sta per cambiare sul fronte politico-religioso: nelle
scorse settimane Chhoedey Lhentshog, l’incaricato del governo sulle organizzazioni
religiose, ha dichiarato che i gruppi cristiani possono registrarsi presso le autorità
in modo da rappresentare ufficialmente i propri membri. Ad una domanda di un giornalista
– come riferisce il settimanele Usa "Christianity Today" – se i cristiani potranno
usufruire degli stessi diritti di indù e buddisti, Tshering ha replicato: «Assolutamente».
Dunque, come riferito dall’agenzia ufficiale bhutanese Dorj Tshering, per la prima
volta nella sua storia, il governo buddista sembra accordare pieni diritti alla piccola
comunità cristiana del regno. Sembra perciò voltare pagina la politica religiosa del
Bhutan, segnata dal divieto di religioni non buddiste e non indù, come sancite dall’Assemblea
nazionale rispettivamente nel 1969 e nel 1979. Secondo "Christianity Today", al momento
il governo ha in mente di permettere la registrazione di un solo gruppo cristiano
che possa rappresentare tutti i cristiani presenti nel Paese. (R.P.)