Orissa, continui casi di violenza contro i cristiani. Il governo non fa rispettare
la legge
In Orissa, continuano i casi di omicidi, violenze e discriminazioni a danno dei cristiani,
a due anni dai pogrom indù costati la vita a 75 persone. Secondo la Commissione nazionale
per i diritti umani (Nhrc) - riferisce l'agenzia AsiaNews - nel 2010 sono 62 i casi
di violazioni dei diritti umani a danno di cristiani e dalit. Lo scorso 18 gennaio
K. G. Balakrishnan, responsabile della Nhrc, si è recato a Bhubaneswar, invitando
le autorità locali a stilare un piano per fermare i continui episodi di intolleranza
religiosa e di casta, con particolare attenzione al distretto di Kandhamal. Padre
Ajaya Kumar Singh, direttore dei servizi sociali dell'arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar,
sottolinea che il governo dell'Orissa dovrebbe fare di più per migliorare la situazione
dei diritti umani in Orissa e nel distretto di Kandhamal. Secondo il sacerdote, le
autorità dovrebbero anche iniziare a distribuire adeguati indennizzi alle famiglie
delle vittime colpite dalla furia dei pogrom indù del 2008, a tutt’oggi non ancora
risarcite. Adikanda Singh, dalit e attivista per i diritti umani, sottolinea la necessità
di un piano di sicurezza contro le violenze compiute dagli estremisti indù. Egli imputa
al governo la responsabilità di questa situazione. “Il sistema di giustizia ha fallito
– afferma - e non è riuscito a punire gli autori dei crimini. Ciò dimostra che lo
Stato non è in grado di giudicare in modo uguale i suoi cittadini”. In questi anni,
il clima di paura dovuto alla debolezza delle istituzioni ha costretto oltre 50mila
persone ad abbandonare le proprie abitazioni. A tutt’oggi, gran parte degli autori
dei crimini è in libertà e al processo presso il tribunale di Kandhamal i testimoni
sono stati messi a tacere, con minacce e discriminazioni. (R.P.)