Proseguono le tensioni in Tunisia, Algeria e Albania
Tenere accesa la fiamma della rivoluzione. Questo il motto delle migliaia di giovani
tunisini giunti ieri a Tunisi da tutto il Paese; giovani che hanno sfidato stanotte
anche il coprifuoco imposto nella capitale. E quella odierna sarà l’ennesima giornata
di protesta contro il neo-governo, guidato da Mohammed Ghannouchi. Da Tunisi, ci riferisce
Stefano Vergine:
L’effetto
delle proteste in Tunisia arriva anche in Algeria. Centinaia di persone hanno manifestato
contro il governo per lo stato d’emergenza in cui versa il paese. La polizia è intervenuta
con manganelli e gas lacrimogeni per disperdere la folla. E intanto sul paese pesa
l’ennesimo suicidio attuato ieri da un uomo di 35 anni in segno di protesta. Dal 12
gennaio altre sette persone si sono date fuoco esasperate dalle difficili condizioni
di vita.
Ed è ancora alta tensione anche in Albania, dove la crisi politica
in corso dal 2009 è sfociata in disordini di piazza duramente repressi dalle forze
di sicurezza governative con un bilancio finale di tre morti e centinaia di arrestati.
Il primo ministro Sali Berisha ha ammonito l’opposizione che non saranno tollerati
attacchi alle istituzioni dello Stato. Cresce intanto la preoccupazione dell’Unione
Europea. Il servizio di Stefano Leszczynski: