Portogallo: il conservatore Cavaco Silva rieletto presidente
È stato un trionfo preannunciato dai sondaggi quello nelle presidenziali portoghesi,
per Cavaco Silva. Il leader conservatore, presidente uscente, si è imposto con il
53,05% delle preferenze. Ad attenderlo, ora, saranno 5 anni delicatissimi, incentrati
soprattutto sulla crisi economica che ha colpito pesantemente il Paese lusitano. Da
Lisbona, ci riferisce Riccardo Carucci:
Nel pieno
rispetto delle previsioni il presidente della repubblica portoghese Anibal Cavaco
Silva è stato rieletto per un secondo e ultimo mandato quinquennale con il 53 per
cento dei voti. È del resto una tradizione del Portogallo democratico che il capo
dello Stato in carica vinca un secondo mandato al primo turno. Il suo principale rivale,
il poeta Manuel Alegre, appoggiato dal partito socialista sia pure con scarso entusiasmo
e dal blocco di sinistra ha avuto quasi il 20 per cento dei voti. Un medico indipendente,
Fernando Nobre, ha sorpreso gli osservatori arrivando al 14 per cento. Quote inferiori
hanno ottenuto gli altri tre candidati. È difficile dire se questo voto rappresenta
un castigo per il governo socialista minoritario. L’elezione presidenziale è fatta
su una base essenzialmente personale e l’appoggio dei partiti non è rilevante. Certo,
i rapporti fra governo socialista e Cavaco Silva sono andati deteriorandosi negli
ultimi tempi e sebbene ambedue le parti abbiano promesso una collaborazione leale
e istituzionale non sembrano destinati a migliorare. Nel suo discorso di vittoria
Cavaco Silva ha detto che sarà attivo per aiutare il Paese a superare le gravi difficoltà
economiche e sociali che attraversa e in difesa dei più poveri ma ha assunto un tono
vendicativo nei confronti dei suoi avversari sconfitti, che non è più piaciuto a vari
commentatori. Cavaco Silva fu per 10 anni primo ministro e leader del partito socialdemocratico
di centrodestra. È considerato un uomo molto prudente, per qualcuno anche troppo,
ma serio e preparato, con una visione corretta dei poteri che il sistema semipresidenzialista
portoghese gli concede: poteri di stimolo, di commento, di mediazione, anche di scioglimento
del parlamento ma non di governo.