Messico: in netto aumento le aggressioni e i furti nelle chiese del Paese
Dal 1993 gli atti di vandalismo contro chiese, i furti di oggetti sacri, le estorsioni
e gli omicidi di esponenti del clero sono in netto e costante aumento in Messico.
È quanto emerge da un rapporto pubblicato dal Centro cattolico multimediale (Ccm)
di Città del Messico e di cui riferisce l’agenzia Apic. Secondo lo studio, coordinato
dal giornalista Gustavo Antonio Rangel, nel Paese centro-americano ogni settimana
26 chiese sono oggetto di atti di vandalismo di varia natura. Il fenomeno è aumentato
negli ultimi 17 anni del 600%, facendo del Messico il primo Paese dell’America Latina
per numero di attacchi contro luoghi di culto. Seguono, nell’ordine la Colombia, il
Brasile, il Guatemala, il Venezuela, El Salvador e l’Argentina. Solo il 6% dei delitti
viene denunciato alle autorità, sicché i malviventi agiscono nella quasi totale impunità.
Gran parte di questi crimini è costituita da furti, soprattutto di opere d'arte sacra,
di cui Messico è molto ricco. Secondo il rapporto, il 42% dei responsabili è costituito
da ladri “professionisti”, spesso legati alla criminalità organizzata, mentre un altro
37% attacca le chiese per intolleranza religiosa. In aumento anche le estorsioni ai
danni di parroci di varie zone del Messico. Non di rado le intimidazioni sfociano
in atti di violenza veri e propri. Lo confermano le statistiche , che indicano come
dal 1993 ad oggi siano stati perpetrati 18 omicidi. Tra questi - come si ricorderà
- il più clamoroso è stato l’assassinio del cardinale Juan Jesus Posadas Ocampo, l’arcivescovo
di Guadalajara ucciso il 24 maggio 1993 da alcuni sicari di un cartello del narcotraffico.
Alla lista si sono aggiunti nel 2010 due sacerdoti e un laico. Gli Stati messicani
dove si registra il maggior numero di violenze sono Sinaloa, Tamaulipas e Guerrero.
A questi vanno aggiunti Il Distretto federale di Mexico, gli stati di Chihuahua, Jalisco,
Michoacan. (L.Z.)