2011-01-24 14:21:52

L’Italia si mobilita per salvare Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia


Alla vigilia della manifestazione “Asia Bibi: libertà, giustizia, diritti umani”, che si terrà a Roma mercoledì prossimo, Peter Jacob, segretario esecutivo della Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale pakistana, esprime soddisfazione e gratitudine per “l’impegno dell’Italia per la salvezza di Asia Bibi e per l’abolizione della legge sulla blasfemia”. “Quello della società civile italiana – dice Jacob all’agenzia Fides – è un esempio unico di un Paese che si mostra vicino ai problemi del popolo pakistano. Già gli interventi del Santo Padre Benedetto XVI, del Ministro degli Esteri italiano e la recente risoluzione del Parlamento Europeo, hanno aiutato a calamitare l’attenzione internazionale sul caso di Asia Bibi”. “Ci aspettiamo – prosegue l’esponente della Commissione Giustizia e Pace - che la manifestazione del 26 gennaio possa servire a sensibilizzare ulteriormente: è una questione che tocca i diritti umani, la costruzione della democrazia, e il futuro comune dell’umanità. Speriamo che questo movimento possa essere d’esempio in altri Paesi e che si faccia sentire il sostegno alla società civile del Pakistan, per contrastare quelle forze che cercano di polarizzare la società”. La manifestazione del 26 gennaio è promossa da un gruppo di parlamentari e di associazioni della società civile italiana, fra cui la Comunità di Sant’Egidio. L’iniziativa intende ribadire l'urgenza del rispetto della libertà religiosa, della dignità e dei diritti inalienabili di tutti i cittadini del Pakistan, e chiede l’abrogazione della legge sulla blasfemia in Pakistan. Difendere la vita di Asia Bibi, la prima donna condannata a morte con l’accusa di blasfemia in Pakistan, significa “affermare che la giustizia si ottiene nella costruzione di una civiltà del convivere, dove le diversità religiose, etniche e culturali non siano mai motivo di ostilità, ma di pacifica convivenza”, spiega Valeria Martano, responsabile per l’Asia nella Comunità di Sant’Egidio. “Abbiamo aderito alla manifestazione – prosegue Valeria Martano -, auspicando una soluzione positiva del caso di Asia Bibi, che rischia la vita a causa di una legge che espone ad abusi e ingiustizie tutti i cittadini pakistani, ma in particolare le minoranze religiose, come i cristiani in Pakistan, e chi appartiene a categorie più deboli, come i poveri e le donne”. Anche Amnesty International “prende parte con convinzione alla manifestazione del 26 gennaio: salvare Asia Bibi e ottenere l'abolizione della legislazione anti-blasfemia, che in Pakistan mette a rischio la vita di chi appartiene a un credo religioso di minoranza, è un obiettivo da raggiungere al più presto” spiega a Fides Riccardo Noury di Amnesty – Italia. “La mobilitazione della società civile italiana – aggiunge – è accanto a chi in Pakistan, con coraggio e determinazione, è impegnato in una difficile lotta per il rispetto dei diritti umani”. (M.G.)







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