Il nuovo presidente della Fisc: i giornali cattolici siano un avamposto dell'evangelizzazione
Per la prima volta un laico è stato eletto presidente della Federazione dei Settimanali
Cattolici Italiani, alla quale aderiscono 188 testate promosse dalle Chiese locali
e attive sul territorio italiano. Si tratta di Francesco Zanotti, direttore
del giornale della diocesi di Cesena-Sarsina “Corriere Cesenate”, che al microfono
di Federico Piana esprime la propria emozione per questa elezione:
R. - Una
grande emozione, accompagnata anche da una grande preoccupazione di rispondere alle
attese. Laico o sacerdote nel nostro mondo non fa la differenza: il nostro mondo è
molto cambiato negli anni. La nostra Federazione è nata nel ’66 dall’intuizione magistrale
di alcuni sacerdoti che sentirono la necessità di mettersi insieme, di mettersi in
rete. E’ una delle prime reti, nata proprio perché le esperienze che si vivevano nelle
singole diocesi rischiavano di rimanere isolate ed abbandonate. Quindi hanno avvertito
questa necessità di lavorare insieme, di mettere insieme le idee ed elaborare un pensiero,
per pensare insieme ed anche per essere opinione pubblica in questo Paese.
D.
- Quali saranno gli obiettivi e le priorità?
R. - Proseguire il lavoro
avviato dagli altri. In questi giorni ho ringraziato tutti i presidenti precedenti
e tutti quelli che mi hanno aiutato in questi anni, sin da quando ho messo per la
prima volta piede all’interno della nostra Federazione. Sono veramente tanti, soprattutto
sacerdoti, che per me sono maestri ed educatori, ma anche i laici che mi hanno insegnato,
mi hanno avviato a questo mondo. E mi hanno soprattutto trasmesso una passione, che
non è una passione solo per una professione, ma è la passione per l’uomo, l’uomo visto
come immagine di Dio. Quando noi, sui nostri giornali, trattiamo delle notizie dobbiamo
sempre avere coscienza del fatto che stiamo trattando notizie che riguardano delle
persone. Ci vuole quindi sempre il massimo rispetto!
D. - Quanto i giornali
cattolici possono contribuire alla formazione di una retta coscienza della società?
R.
- Quando andammo, nel 2006, in udienza privata in Sala Clementina il Papa ci disse:
“Siate luoghi di confronto, luoghi di dialogo per le comunità locali alle quali vi
rivolgete”. Noi siamo anche un avamposto - se vogliamo - dell’evangelizzazione, perché
arriviamo spesso dove la parola dei pastori non arriva. Vogliamo essere luogo di dialogo
e di confronto, ma vogliamo anche raccontare quella parte di realtà e di verità che
non passa sui grandi media. Vogliamo raccontare la vita delle nostre comunità locali,
quelle notizie positive che non è vero che alla gente non interessino. Faccio un esempio,
che a me sta molto a cuore, e di cui hanno parlato moltissimi i settimanali diocesani
in queste settimane. Mi riferisco all'impegno di molto persone durante il Natale.
Chi ha dato spazio, ad esempio, al periodo di "tre-giorni" che molti giovani - tramite
l’Azione Cattolica, gli scout, Comunione e Liberazione, le parrocchie e tanti movimenti
ecclesiali - dedicano agli altri durante le vacanze natalizie insieme con tanti adulti
e sacerdoti che li accompagnano con passione? Questo avviene perché sta a cuore l’uomo,
sta a cuore la persona che ci sta accanto, come ci stanno a cuore anche le grandi
questioni nazionali e internazionali. Nulla è escluso da un settimanale diocesano,
che è chiamato a dare un giudizio sui fatti, ma salvaguardando sempre le persone!
(mg)