2011-01-23 15:11:27

Presidenziali in Portogallo: il presidente uscente Cavaco Silva favorito nei sondaggi


Elezioni presidenziali in apparenza senza grande suspense oggi in Portogallo: tutti i sondaggi prevedono la vittoria, già al primo turno, del capo di Stato uscente, il conservatore 71.enne Anibal Cavaco Silva. Sull’esito della consultazione potrebbe pesare, però, l’incognita dell’astensione. I portoghesi sono soprattutto concentrati sulle conseguenze della finanziaria "lacrime e sangue" fatta votare in dicembre, per il secondo anno consecutivo, dal governo di Socrates con l'obiettivo di arginare il deficit. Secondo l’agenzia Fitch, il Portogallo probabilmente tornerà in recessione nel 2011 ed è fra gli Stati dell’area euro che rischiano un taglio del rating. Sull’appuntamento elettorale e sulla situazione sociale del Paese Fausta Speranza ha intervistato padre Vitor Melicias, presidente dell’associazione di volontariato Unione Europea delle Misericordie:RealAudioMP3

R. – Soprattutto per i disoccupati e per i poveri aumentano le difficoltà. Ma si riscontra anche una grande solidarietà tra la gente. Anche quando recentemente il Banco Alimentare contro la fame ha fatto ricorso al volontariato, la risposta è stata veramente straordinaria, direi veramente fantastica. Siamo tutti rimasti quasi stupiti della risposta spontanea del popolo. Per questo, in realtà, le difficoltà aumentano ma sia la Chiesa sia le istituzioni sociali, le Misericordie ed altri si stanno organizzando anche con l’aiuto dell’assistenza sociale perché questi problemi non sfocino nel dramma.

D. – In alcune zone d’Europa, e non solo d’Europa, alla crisi economica si accompagna anche una crisi di valori. E' così anche in Portogallo?

R. – Sì! Purtroppo, questo è un fenomeno universale. Trovo che sia anche una delle ragioni dell’altra crisi. Se anche è iniziata come crisi finanziaria e poi è diventata crisi economica, rischia di diventare pure una crisi sociale. Tutto questo trova le sue radici nella mancanza di valori, nella corruzione, nel fatto che la gente si preoccupa più dei propri interessi personali o del proprio gruppo piuttosto che degli interessi della comunità, di quello che si chiama “il bene comune”. Viviamo quel momento del quale il grande Papa Giovanni Paolo II aveva parlato tante volte: viviamo in un mondo senza valori né economici né sociali. C’è l’emarginazione sia dei valori etici, morali ed anche dei valori spirituali. E davvero l’Europa, che è stata “mater et magistra” di una civilizzazione di diritti umani, di cultura di solidarietà deve riprendere – a mio avviso – questo respiro dei valori e, soprattutto, della solidarietà.

D. – Qual è la fiducia del popolo portoghese nei confronti dei politici?

R. – E’ molto ridotta, perché l’esperienza degli ultimi anni è stata negativa. Dopo la speranza del 25 aprile, della rivoluzione di 30 anni fa, nel 1975, la gente è un po’ delusa dell’operato dei politici. Però ci rendiamo conto che non è un caso isolato quello del Portogallo. Per questo, ciascuno cerca di industriarsi per tornare ad una società civile, ma c’è tanto da fare.

D. – Padre Vitor, qual è il suo appello al vincitore di queste elezioni?

R. – A chiunque sia, che continui ad aiutare il popolo portoghese a conservare la calma, a conservare il senso dell’aiuto vicendevole, della pace sociale, della fiducia nel futuro e anche della solidarietà verso i più poveri, perché ci sono – purtroppo – delle regioni al mondo che hanno difficoltà ancora maggiori. Per questo, chi verrà a governarci dovrà trasmettere fiducia, speranza e forza collettiva, e non lo scoramento. (gf)







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