Presidenziali in Portogallo: favorito il presidente uscente Cavaco Silva
Domani i cittadini del Portogallo alle urne per eleggere il presidente della Repubblica.
La consultazione si svolge nel clima di forte austerità imposto dal governo socialista
per far fronte alla crisi economica incombente. Da Lisbona, Riccardo Carucci:
Domani i
portoghesi andranno alle urne per eleggere il Presidente della Repubblica, ma intanto
cominciano a sentire i morsi della nuova austerità introdotta per il 2011 dal governo
minoritario socialista con l’astensione del principale partito del centro destra.
Aumenti di tasse, riduzioni di benefici sociali, tagli agli stipendi dei pubblici
dipendenti, il tutto per ridurre quest’anno il deficit di bilancio dal 7,3 al 4,6%.
Intanto, la disoccupazione aumenta, così come aumentano i prezzi della benzina e delle
materie prime e le prospettive sono altamente recessive. Mentre continuano i timori
che il Portogallo, bistrattato dalle agenzie di rating, debba nonostante i suoi sforzi
– che peraltro non escludono sprechi incomprensibili – chiedere aiuto al Fondo europeo
di stabilità finanziaria e al Fondo Monetario internazionale. Sebbene il sistema portoghese
si definisca semi presidenzialista, il capo dello Stato in realtà non ha grandi poteri,
e certamente non governa, per questo sono sembrate un po’ insulse le promesse fatte
durante la campagna elettorale. Ad ogni modo, il presidente uscente Anibal Cavaco
Silva, di centro destra, ha tutte le possibilità – secondo i sondaggi – di essere
rieletto per un secondo e ultimo mandato quinquennale, già con la maggioranza assoluta
dei voti al primo turno. Ha cinque rivali, il principale dei quali è il poeta Manuel
Alegre, socialista di tipo romantico e populista, che si dice sicuro di vincere se
riuscirà ad arrivare al ballottaggio. L’astensione, che si prevede forte, potrebbe
modificare queste previsioni.