Bologna: lectio magistralis del cardinale Caffarra su comunicazione e sfida educativa
“La verità in quanto tale deve guidare, secondo Newman, tanto la condotta politica
che quella privata. Il vostro è un servizio alla coscienza perché giudichi con verità”.
Lo ha detto il cardinale Carlo Caffarra ieri nella lectio magistralis “J.H. Newman:
una proposta educativa per la comunicazione di oggi”, che ha concluso la festa regionale
di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. In occasione della festa del Santo,
la cui memoria liturgica ricorre il 24 gennaio, l’Ufficio regionale per le comunicazioni
sociali della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna, ha organizzato il convegno
“La comunicazione e la sfida educativa” presso l’Istituto “Veritatis Splendor” di
Bologna. “Come operatori della comunicazione non dovete essere produttori a qualunque
costo del consenso di chi vi legge, vede, o ascolta - ha proseguito l’arcivescovo
- non è la persuasione il vostro compito primo, ma la convinzione. E la convinzione
è il risultato di un’argomentazione razionale, semplice e cordiale, mite e luminosa”.
Ma c’è di più. “Si può scrivere davanti alla piazza; si può scrivere davanti al potente
di turno: Newman ci insegna a scrivere e parlare davanti a ogni coscienza: al cospetto
di Dio”, ha ricordato il porporato. La sociologa Chiara Giaccardi, nel suo intervento,
si è soffermata sul rapporto tra analogico e digitale. “Solo nella loro relazione
si correggono e si potenziano a vicenda”, ha affermato. “L’analogico rappresenta l’apertura
oltre ciò che è presente e visibile, la nostalgia dell’essere, il richiamo alla concretezza,
il radicamento nel reale; il digitale, nel suo legame con l’analogico, perde la dimensione
della simulazione pura, della creazione arbitraria di una realtà fittizia in cui immergersi,
e valorizza la dimensione potenziale della virtualità. Diventa una speranza di realtà,
un territorio di esplorazione di possibilità che non necessariamente devono realizzarsi
nella dimensione del digitale”. Sul tema è intervenuto anche il vescovo Ernesto Vecchi,
delegato per le Comunicazioni sociali e autore del recente volume “Antenna Crucis”.
Da parte sua, mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni
della Cei, ha sottolineato che il digitale è un nuovo contesto esistenziale. “Tocca
corde dell’esistere umano che l’educazione non può trascurare. Protesi tecnologiche
diventate parte di noi. Il cristiano non può starci a caso in questo contesto, ma
deve esserci come tale: con la testimonianza”. (A cura di Stefano Andrini)