Mons. Warduni al Parlamento italiano: in grande pericolo i cristiani in Iraq
Audizione ieri alla Camera dei Deputati, in Italia, del vicario patriarcale di Baghdad,
mons. Shlemon Warduni. Il presule ha parlato alla Commissione Affari esteri e comunitari,
nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo.
Mons. Warduni ha affermato che “i cristiani sono in grande pericolo”. “La situazione
delle minoranze peggiora sempre di più, non hanno protezione dalle violenze”. Nonostante
ciò, la soluzione ai problemi iracheni non può che essere “completa e riguardare tutti
gli iracheni”. “Gli iracheni – ha detto mons. Warduni le cui parole sono state riprese
dall'agenzia Sir – sono gente buona che ha convissuto per secoli con la diversità
etnica e confessionale”. “Vi supplichiamo – ha aggiunto - di aiutare tutta la popolazione
e specialmente le minoranze, tra cui quella cristiana, che ha fatto tanto per costruire
l’Iraq”. Il presule ha poi detto che il primo passo per far uscire lo Stato arabo
dall’emergenza è “la cooperazione di tutti per realizzare la pace e la sicurezza in
Iraq e nel Medio Oriente”. “L’Iraq – ha osservato - è ricco e i suoi beni, se gli
venissero lasciati, sarebbero più che sufficienti per la sua gente”. Si deve “fermare
la vendita di armi a chi non ama la pace”. Si devono sviluppare “officine e progetti
per dare lavoro ai giovani iracheni, sistemare le infrastrutture”. Mons. Warduni ha
anche sollecitato l’istituzione di un “tribunale internazionale speciale che faccia
luce sugli omicidi dei martiri cristiani, come quello di mons. Faraji Rahho, arcivescovo
di Mosul”. Il presule si è anche soffermato sull’islamizzazione crescente del Paese,
dove è “sempre più difficile vivere per i non musulmani”. I cristiani – ha concluso
- hanno libertà di culto “ma non di professare la propria fede in modo pieno”. Le
conversioni verso l'Islam “non sono ostacolate mentre quelle verso il cristianesimo
mettono il convertito in pericolo di morte”. (A.L.)