Convegno dei medici cattolici a Milano sull'Alzheimer
Una persona che apparentemente non è più la stessa che conoscevamo. Una persona che
non ha più coscienza di sé. Un altro individuo quello che ci consegna una malattia
invalidante e sempre più diffusa come l’Alzheimer, una patologia che – secondo i dati
dell’Alzheimer Disease International – riguarda 35,6 milioni di persone nel
mondo, un milione circa in Italia. Delle questioni etiche di fronte all'alzheimer
si è parlato a Milano in un convegno promosso dai medici cattolici. Il servizio di
Fabio Brenna:
Il Rapporto
mondiale la indica come priorità sanitaria del XXI secolo, visto che nel giro di un
ventennio si attende un sostanziale raddoppio dei casi. Una malattia che ha costi
diretti e sociali pari ad un punto percentuale del Pil e che pone anche interrogativi
etici, oltre che essere specchio della vulnerabilità di ognuno, come ha ricordato
il prof. Elio Scarpini, docente di Neurologia al Policlinico di Milano. L’Alzheimer
pone però anche delle sfide e delle domande, che sono state affrontate da don
Maurizio Chiodi, docente di Teologia morale alla Facoltà Teologica dell’Italia
settentrionale. Alla domanda se la malattia ci consegni un “altro”, diverso da chi
conoscevamo, bisogna rispondere di no:
“Tutte le perdite legate all’Alzheimer
sono una discontinuità che però si iscrive all’interno di una storia: la storia di
quell’uomo, di quella donna che la malattia ha trasformato. Quindi, alla domanda se
è ancora lui o un altro, possiamo dire che è proprio lui anche se in una discontinuità
rispetto alla propria storia”.
Una malato, dunque, con cui entrare in
relazione e che ci rivela in realtà chi siamo noi. Una relazione da cui discende una
sfida precisa, una risposta all’appello che lo stesso malato lancia pur nella sua
incoscienza:
“Questo è l’appello del malato di Alzheimer, l’appello
che ci rivolge: prenderci cura di lui e in questa cura nei suoi confronti, nella sollecitudine
verso di lui ne va anche di noi stessi, ne va della nostra dignità di persone che
decidiamo di noi anche nella relazione con un altro che non sa più nulla di sé. Questa
è la sfida difficile ma anche importante”.(gf)