Suora agostiniana uccisa in Congo: il ricordo del direttore di Cbm Italia
Jeanne Yegmane era una suora agostiniana della Repubblica Democratica del Congo: è
rimasta vittima di un agguato lo scorso 15 gennaio. Infermiera oftalmica specializzata,
collaborava con Cbm Italia Onlus, che opera nel campo sanitario contro le malattie
oculari e altre forme di disabilità. Era in viaggio con altri operatori, quando alcuni
ribelli hanno sparato contro i loro veicoli, uccidendola. Luciano Miotto, direttore
nazionale di Cbm Italia, al microfono di Anna Rita Cristaino, racconta chi
era suor Jeanne:
R. - Ho incontrato
suor Jeanne nell’aprile del 2010, quando sono andato a Isiro per concordare tutti
i passi da compiere per arrivare all’inaugurazione della clinica. Alla clinica fanno
capo tre diocesi - Isiro, Wamba e Dungo - che si trovano nell’Alto Wele, nel Congo
nord-orientale. La suora rappresentava la diocesi di Dungo. Suor Jeanne era una suora
tranquilla, rispettosa, calma, ma anche risoluta e fiera e soprattutto molto legata
alla sua gente. Era diventata un’infermiera oftalmica specializzata e faceva questo
lavoro con una passione infinita. La cosa che più le piaceva era quando poteva muoversi
con le cliniche mobili: girava per tutti i villaggi, individuava le persone che stavano
male e le inseriva in una nota per farle operare successivamente. L’anno scorso, nonostante
la clinica di Isiro non fosse ancora finita, sono stati effettuati 460 interventi
di cataratta, con interventi da campo e con attrezzature mobili.
D.
- Avevate ricevuto minacce o qualcuno voleva ostacolare il vostro operato, o è stato
soltanto causale il fatto che sia stata colpita la suora ed altri appartenenti alla
vostra associazione?
R. - Nell’Alto Wele viviamo, purtroppo, in una
situazione non piacevole: i ribelli rappresentano una “situazione endemica”: anni
fa, vicino ad Isiro sono state uccise moltissime persone - e, a breve, avremo anche
la proclamazione di una martire cristiana - ma da allora ad Isiro non avevamo più
avuto fenomeni così rilevanti. La zona di di Dungo è invece una zona molto più calda
e in cui sporadicamente questi gruppi ribelli arrivano, colpiscono e spariscono. La
suora - questo è quello che crediamo - è stata colpita casualmente e gli altri membri
del gruppo, che si trovavano sui mezzi, sono stati feriti e le ferite sono di macete.
Pensiamo che la cosa sia endemica, dovuta alla guerra per lo sfruttamento delle risorse
di quell’area del Congo.
D. - Quale progetto state portando avanti nella
Repubblica del Congo?
R. - Siamo già presenti a Kinshasa, a Butembo
e a Kisangani e adesso siamo presenti anche ad Isiro. Isiro avrà una clinica che servirà
quattro milioni di persone. A Isiro non ci sono strade: ci arriva attraverso piste
praticabili soltanto qualche mese l’anno; è difficilissimo trovare tutto e non c’è
elettricità. Il bello è che qui ad Isiro si incontrano persone aperte, persone disponibili
e che amano la vita.
D. - Suor Jeanne era una suora congolese agostiniana:
qual è la realtà della Chiesa del Congo?
R. - La Chiesa congolese è
una Chiesa giovane; una Chiesa che ha subito notevoli falcidie negli ultimi anni,
ma è sempre risorta e rinata; una Chiesa caratterizzata da sacerdoti, religiosi e
fedeli molto giovani, ma molto preparati. Penso che questa Chiesa riuscirà a fare
grandi cose buone per il popolo di Dio. (mg)