2011-01-20 15:21:23

Il Sud Sudan verso l'indipendenza: Intersos lancia l'allarme profughi


I dati non sono stati ancora ufficializzati, ma la scelta per l’indipendenza del Sud Sudan sembra essere la vincitrice nel referendum svoltosi dal 9 al 15 gennaio. In sette dei dieci stati in cui si è votato la maggioranza per il sì alla separazione da Khartoum sarebbe superiore al 90 per cento ed il quorum del 60 per cento dei votanti sarebbe stato ampiamente superato. Il nuovo Stato africano, il 54.mo del continente, quello del Sud Sudan, sta quindi per nascere. Tra le molte incognite che i sud sudanesi devono affrontare anche quella del ritorno di centinaia di migliaia di profughi. Per un aggiornamento sulla situazione nella regione, Stefano Leszczynski ha intervistato Luca Gammarelli, responsabile dell’Ong Intersos in Sud Sudan:RealAudioMP3

R. – La situazione è molto calma. Non si vedono segni particolari di tensione o, piuttosto, di inquietudine. Non ci sono particolari segni per le strade delle maggiori città in riferimento all’imminente dichiarazione dei risultati del referendum. Quindi, dal punto di vista della sicurezza, e dal punto di vista politico, è tutto calmo.

D. – Nonostante tutto, ci sono però delle preoccupazioni …

R. – Sì. Ci sono preoccupazioni a livello umanitario relativamente al ritorno di svariate decine di migliaia di persone – le cifre parlano di 180 mila – e sono persone che stanno tornando da Khartoum nel Sud: si tratta, quindi, di persone che erano sfollate a Khartoum – quindi nel Nord del Paese – e che per le diverse incertezze relative al referendum stanno decidendo di tornare al Sud.

D. – Quali sono i problemi connessi a questa ondata di ritorno?

R. – Il pericolo maggiore è quello relativo al fatto che queste persone – appunto 180 mila ad oggi, ma in futuro si prevede che possano arrivare a 350 mila – ritornano in un Paese, il Sud Sudan, che è tutto da ricostruire e dove i servizi di base sono già di per sé scarsi per garantire un livello di vita sufficiente alla popolazione che già risiede nel Sud Sudan.

D. – Si parlava anche di condizioni gravi di alcune persone tornate al Sud, di donne che avevano subito violenza …

R. – Bisogna pensare che queste persone sono ormai in viaggio da alcune settimane e in condizioni al limite dell’umano, nel senso che devono fare un viaggio nel quale devono riportare tutti i loro averi dal Nord al Sud, con il quale devono ricostruire la propria vita in una zona dalla quale sono stati assenti da moltissimi anni. La sfida che Intersos sta contribuendo ad affrontare è quella di riuscire a garantire alle persone, soprattutto a quelle più vulnerabili tra quelle che sono rientrate, condizioni di vita minime perché si possa tranquillamente affermare che tornano in dignità.

D. – Osservando l’atteggiamento delle persone del Sud Sudan, come si spiega il fatto che vi sia tanta pacatezza pur con un esito così certo del referendum? Come mai questa cautela?

R. – Probabilmente c’è molta cautela da parte delle autorità sud-sudanesi nel pronunciarsi sul risultato che comunque sarà un risultato storico perché cambierà per sempre le relazioni tra Nord e Sud. Quindi, credo che sia una questione di prudenza.(gf)







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