Filippine: appello dei vescovi contro la criminalità
La criminalità che aumenta e prospera; omicidi, sequestri, episodi di violenza, che
balzano ogni giorno agli onori delle cronache; la paura diffusa di tutti i cittadini:
sono elementi che preoccupano seriamente i vescovi delle Filippine che hanno lanciato
un allarme, invitando il governo a impegnarsi per far rispettare la legge e l’ordine,
garantendo la sicurezza della popolazione. In un comunicato inviato all’agenzia Fides,
i vescovi della regione di Metro Manila segnalano il degrado dell’ordine nella società,
l’impunità e il funzionamento carente della giustizia. Il vescovo di Kalookan, mons.
Deogracias S. Iniguez, chiede una inchiesta per studiare meglio il fenomeno e trovare
soluzioni adeguate; il vescovo di Catarman, mons. Emmanuel Trance, rimarca che gli
omicidi e le esecuzioni extragiudiziali continuano a verificarsi nel Paese “nel silenzio
generale”. Secondo il vescovo di Puerto Princesa, mons. Pedro Arigo, presidente della
Commissione per la Pastorale carceraria della Conferenza episcopale, “le radici del
fenomeno sono in una diffusa cultura dell’impunità e nell’inefficienza nelle forze
di sicurezza”. Una situazione che, concordano i presuli, mette in pericolo la pace
e l’armonia sociale nel Paese. Per questo, nota il testo, il governo dovrebbe realizzare
al più presto una riforma dei corpi di sicurezza e delle forze dell’ordine: si chiede
al presidente Benigno Aquino che la questione diventi una priorità nell’agenda politica
nazionale. Da parte sua, la Chiesa si impegna a dare un contributo per arginare quello
che alcuni osservatori definiscono un “disastro morale”, cioè una totale assenza di
educazione delle coscienze dei cittadini, che non esitano a infrangere la legge, a
incrementare la corruzione, a compiere atti criminali. Oltre alla volontà politica,
infatti, per combattere il fenomeno “urge una mobilitazione dal basso e una rieducazione
delle coscienze, nella società”, notano i vescovi. Il governo Aquino ha ereditato
una pesante situazione: l’ultimo decennio, sotto l’ex presidente Gloria Arroyo, ha
visto un aumento esponenziale di omicidi extragiudiziali di attivisti per i diritti
umani, giornalisti, magistrati, avvocati, sindacalisti, religiosi. In otto anni di
governo Arroyo, sono state accertate 1.118 vittime di esecuzioni sommarie, 1.026 casi
di torture, 1.946 arresti arbitrari, oltre 30.000 aggressioni e 81.000 episodi di
intimidazioni. (R.P.)