Europarlamento: approvata la mozione in difesa dei cristiani e della libertà religiosa
Il Parlamento europeo riunito in seduta plenaria a Strasburgo ha approvato, stamani,
a larghissima maggioranza la risoluzione a difesa dei cristiani e della libertà religiosa
nel mondo. La risoluzione, sottoscritta da tutti i gruppi politici presenti nell’emiciclo,
è stata presentata a seguito dei violenti attacchi contro le minoranze cristiane in
Nigeria, Iraq ed Egitto. Per un commento su questo importante risultato, Alessandro
Gisotti ha intervistato l’on. Carlo Casini, presidente della Commissione
affari costituzionali dell’Europarlamento:
R. - Sono
molto contento, soprattutto per l’unanimità: non ci sono state difficoltà di alcun
tipo. Devo dire che questa risoluzione si colloca nell’ambito più generale del diritto
alla libertà religiosa, che non è soltanto di carattere intimistico e privato, ma
è anche pubblico e comprende quindi anche il diritto alla manifestazione pubblica
degli atti di culto. In particolare, in questo momento, la risoluzione è per i cristiani
che sono perseguitati in tutto il mondo. La raccomandazione è molto forte, perché
si rivolge in primo luogo ai governi dei Paesi dove questi episodi sono avvenuti.
La risoluzione ha riassunto tutti i casi di persecuzioni e li ha condannati tutti,
chiedendo alle istituzioni - e in particolare alla Commissione e al Consiglio - di
esaminare l’opportunità di una pressione anche, diciamo così, economica, perché si
può dire che in tutti i Trattati di assistenza reciproca tra gli Stati e soprattutto
di aiuto allo sviluppo è scritto che essi debbono rispettare i fondamentali diritti
dell’uomo.
D. - Quali sono, dunque, le sue aspettative ora che la mozione
è stata approvata, praticamente all’unanimità?
R. - Il problema è che
l’Alto Rappresentate per i Rapporti Esterni, la signora Ashton, che per la verità
- secondo un giudizio abbastanza diffuso - non ha adeguatamente fatto sentire la sua
voce: di fatto, ci aspettiamo ora un maggiore impegno da parte di questi Paesi, dalla
Nigeria all’Egitto, all’Iraq fino ad arrivare alle Filippine. Noi abbiamo dimenticato
le nostre origini, la nostra tradizione cristiana, la nostra cultura cristiana… In
molti aspetti predomina il tema della concorrenza, dell’economia. Se in qualche modo
riuscissimo ad introdurre la testimonianza di questi martiri, che sono uccisi esclusivamente
in nome della loro fede a Cristo, e con questa loro testimonianza riuscissimo a suscitare
qualche inquietudine in noi stessi, in noi europei, potrebbe essere vero - ancora
una volta - quello che si dice degli antichi martiri: “Il sangue dei martiri è seme
e nuovo vigore”. (mg)