I vescovi Usa illustrano al Congresso le priorità dell’episcopato nella nuova legislatura
In occasione dell’insediamento del nuovo Congresso negli Stati Uniti, il presidente
della Conferenza episcopale (USCCB), mons. Timothy Dolan, ha inviato una lettera a
tutti i Rappresentanti e Senatori per illustrare “i principi e le priorità” che guideranno
gli interventi dell’Episcopato nel corso della nuova legislatura. Interventi non politici,
ma - precisa la missiva - dettati dal desiderio di “offrire un contributo costruttivo
al dibattito pubblico sui valori e le politiche che disegneranno il futuro della nazione”.
Dalla reiterata opposizione al finanziamento pubblico dell’aborto, alla difesa del
matrimonio e della famiglia tradizionale, alla riforma sanitaria varata l’anno scorso
dall’Amministrazione Obama, alle misure per affrontare la crisi economica, alla questione
dell’immigrazione, alla politica estera americana, all’educazione, la lettera affronta
i principali temi che saranno al centro dell’agenda politica negli Stati Uniti nei
prossimi due anni. La prima priorità della Chiesa americana resta la difesa della
vita umana dal concepimento fino alla morte naturale: i vescovi, si legge nella missiva,
“continueranno a lavorare per proteggere la vita dei più vulnerabili e dei membri
senza voce della famiglia umana, soprattutto dei bambini non nati, dei disabili o
malati terminali”. In questo senso resterà ferma la loro opposizione a qualsiasi misura
volta ad estendere la pratica dell’aborto, compresi i finanziamenti pubblici. Legata
alla difesa della vita vi è quella del matrimonio tradizionale: i vescovi – afferma
il testo – insisteranno nell’opposizione a qualsiasi modifica alla definizione del
matrimonio quale unione indissolubile ed esclusiva tra un uomo e una donna, nella
convinzione che esso dia “un contributo unico e insostituibile al bene comune della
società”. Analogamente, saranno sostenute tutte le misure a tutela della famiglia.
La Chiesa – prosegue il testo - continuerà poi la sua battaglia per una sanità di
qualità accessibile a tutti, compresi gli immigrati, in cui l’aborto non venga finanziato
da fondi pubblici e venga garantita la libertà di coscienza. Un altro tema che preme
all’Episcopato è la riforma equa dell’immigrazione per correggere le storture dell’attuale
sistema che, si legge nella missiva, “danneggia sia gli immigrati che il Paese.”
Un altro tema affrontato dalla lettera è la crisi: di fronte al persistere delle difficoltà
economiche negli Stati Uniti con le sue pesanti ripercussioni umane – si legge nel
testo - i vescovi americani sosterranno tutte le misure finanziarie e fiscali che
ottemperino all’”imperativo morale di tutelare i poveri e i vulnerabili”. Per quanto
riguarda la politica estera degli Stati Uniti, la USCCB – afferma in conclusione la
missiva - sosterrà gli sforzi di Wahington per una “transizione responsabile” che
permetta di porre fine alla guerra in Iraq e Afghanistan e tutti gli interventi in
difesa della libertà religiosa e contro la persecuzione dei cristiani nel mondo.
(A cura di Lisa Zengarini)