Caso Ruby. Berlusconi parla di violazione dei principi della Costituzione. Il terzo
Polo chiede che il premier risponda ai giudici
Silvio Berlusconi in un messaggio ai promotori della Libertà parla a tutto campo della
vicenda Ruby e risponde ai magistrati che “cercano di sovvertire il voto popolare,
che hanno calpestato le leggi a fini politici con grande risonanza mediatica”. Il
premier afferma che non intende lasciare e parla di violazione dei principi della
costituzione. Berlusconi definisce inconsistenti le accuse sul caso Ruby, parla di
persecuzione sostenendo che sarà facilissimo smontare il teorema accusatorio. “Non
c’è stata - dice - nessuna concussione, nessuna induzione alla prostituzione, meno
che meno di minorenni”. “La verità vince sempre, aggiunge, il governo continuerà a
lavorare e il Parlamento farà le riforme necessarie per garantire che qualche magistrato
non possa più cercare di far fuori illegittimamente chi è stato eletto dai cittadini”.
Berlusconi ha poi chiarito di non voler andare davanti ai pm milanesi perché non competenti
sulla vicenda concludendo che e’ pronto a farsi giudicare ma da magistrati superpartes.
E
Fini e Casini insieme parlano del caso Ruby che coinvolge il premier Berlusconi e
si dicono allarmati per il buon nome degli italiani nel mondo. Il Paese è in difficoltà
aggiungono. Il terzo polo quindi chiede o dimissioni o voto. Il modo migliore, più
decoroso che ha il capo del governo è di rispondere ai giudici, aggiunge Casini. Ed
è proprio dai giudici che arrivano altre pesanti parole. E’ Michele Vietti, vicepresidente
del Csm a parlare: gli attacchi ai magistrati sono gravi e infondati spiega, riferendosi
alle parole di Berlusconi sul sovvertimento dell’ordine democratico. Mentre il pd
accusa il premier di aver tradito la costituzione e lo invita ad andare dai giudici
da dimissionario. Prosegue intanto l’attività degli inquirenti, con audizioni di nuovi
testimoni e con l’analisi del materiale sequestrato. La giunta per le autorizzazioni
ha deciso di rinviare a martedì l’esame degli atti.
Ascoltiamo il commento
di Antonio Maria Baggio, docente di filosofia politica all’università Sofìa
di Loppiano, intervistato da Luca Collodi