Audienţa generală: cateheza Papei despre Săptămâna de rugăciune pentru unitatea creştinilor
(RV - 19 ianuarie 2011) La audienţa generală de miercuri în aula Paul al VI-lea
din Vatican, Benedict al XVI-lea a dezvoltat o cateheză despre Săptămâna de rugăciune
pentru unitatea creştinilor, începută marţi 18 ianuarie, şi „în care
- a spus - cei care cred în Cristos sunt invitaţi să se unească în rugăciune pentru
a da mărturie despre legătura profundă care există între ei şi a invoca darul deplinei
comuniuni. Este providenţial faptul că, în drumul pentru construirea unităţii,
este pusă în centru rugăciunea: acest lucru ne aminteşte, încă o dată, că unitatea
nu poate fi un simplu produs al lucrării omeneşti; ea este înainte de toate un dar
al lui Dumnezeu, care comportă o creştere în comuniunea cu Tată, Fiul şi Duhului Sfânt”.
„Aceste rugăciuni în comun - a spus Papa citând Conciliul Vatican II - sunt fără îndoială
un mijloc foarte eficace pentru a dobândi harul unităţii şi constituie o manifestare
autentică a legăturilor cu care catolicii rămân uniţi cu fraţii separaţi: căci „unde
sunt doi sau trei adunaţi în numele meu, acolo sunt şi eu în mijlocul lor” (Mt
18,20; Decretul Unitatis Redintegratio, 8).
Ample fragmente în
italiană:
"È provvidenziale il fatto che, nel cammino per costruire l’unità,
venga posta al centro la preghiera (...) E’ importante, allora, crescere ogni giorno
nell’amore reciproco, impegnandosi a superare quelle barriere che ancora esistono
tra i cristiani; sentire che esiste una vera unità interiore tra tutti coloro che
seguono il Signore" (Brani del testo della catechesi del Papa. Udienza generale
N° 3 del 2011) Cari fratelli e sorelle, stiamo celebrando la Settimana di Preghiera
per l’Unità dei Cristiani, nella quale tutti i credenti in Cristo sono invitati ad
unirsi in preghiera per testimoniare il profondo legame che esiste tra loro e per
invocare il dono della piena comunione. È provvidenziale il fatto che, nel cammino
per costruire l’unità, venga posta al centro la preghiera: questo ci ricorda, ancora
una volta, che l’unità non può essere semplice prodotto dell’operare umano; essa è
anzitutto un dono di Dio, che comporta una crescita nella comunione con il Padre,
il Figlio e lo Spirito Santo. (...)
Il tema scelto quest’anno per la Settimana
di Preghiera fa riferimento all’esperienza della prima comunità cristiana di Gerusalemme,
così come è descritta dagli Atti degli Apostoli (abbiamo sentito il testo): “Erano
assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella
frazione del pane e nelle preghiere” (At 2,42). Dobbiamo considerare che già al momento
della Pentecoste lo Spirito Santo discende su persone di diversa lingua e cultura:
ciò sta a significare che la Chiesa abbraccia sin dagli inizi gente di diversa provenienza
e tuttavia, proprio a partire da tali differenze, lo Spirito crea un unico corpo.
La Pentecoste come inizio della Chiesa segna l’allargamento dell’Alleanza di Dio a
tutte le creature, a tutti i popoli e a tutti i tempi, perché l’intera creazione cammini
verso il suo vero obiettivo: essere luogo di unità e di amore. Nel brano citato
degli Atti degli Apostoli, quattro caratteristiche definiscono la prima comunità cristiana
di Gerusalemme come luogo di unità e di amore. (...) Anzitutto abbiamo l’ascolto
dell’insegnamento degli Apostoli, ovvero l’ascolto della testimonianza che essi rendono
alla missione, alla vita, alla morte e risurrezione del Signore Gesù. È ciò che Paolo
chiama semplicemente il “Vangelo”. I primi cristiani ricevevano il Vangelo dalla bocca
degli Apostoli, erano uniti dal suo ascolto e dalla sua proclamazione, poiché il vangelo,
come afferma S. Paolo, “è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Rm 1,16).
(...) Il secondo elemento è la comunione fraterna. Al tempo della prima comunità
cristiana, come pure ai nostri giorni, questa è l’espressione più tangibile, soprattutto
per il mondo esterno, dell’unità tra i discepoli del Signore. Leggiamo negli Atti
degli Apostoli - lo abbiamo sentito - che i primi cristiani tenevano ogni cosa in
comune e chi aveva proprietà e sostanze le vendeva per farne parte ai bisognosi (cfr
At 2,44-45). (...) La storia del movimento ecumenico è segnata da difficoltà e
incertezze, ma è anche una storia di fraternità, di cooperazione e di condivisione
umana e spirituale, che ha mutato in misura significativa le relazioni tra i credenti
nel Signore Gesù: tutti siamo impegnati a continuare su questa strada. (...) Terzo
elemento. Nella vita della prima comunità di Gerusalemme essenziale era poi il momento
della frazione del pane, in cui il Signore stesso si rende presente con l’unico sacrificio
della Croce nel suo donarsi completamente per la vita dei suoi amici: “Questo è il
mio corpo offerto in sacrificio per voi … questo è il calice del mio Sangue … versato
per voi”. “La Chiesa vive dell'Eucaristia. Questa verità non esprime soltanto un'esperienza
quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa” (Enc.
Ecclesia de Eucharistia, 1). La comunione al sacrificio di Cristo è il culmine della
nostra unione con Dio e rappresenta pertanto anche la pienezza dell’unità dei discepoli
di Cristo, la piena comunione. Durante questa settimana di preghiera per l'unità è
particolarmente vivo il rammarico per l’impossibilità di condividere la stessa mensa
eucaristica, segno che siamo ancora lontani dalla realizzazione di quell’unità per
cui Cristo ha pregato. (...) Infine, la preghiera, o come dice san Luca 'le preghiere',
è la quarta caratteristica della Chiesa primitiva di Gerusalemme descritta nel libro
degli Atti degli Apostoli. La preghiera è da sempre l’atteggiamento costante dei discepoli
di Cristo, ciò che accompagna la loro vita quotidiana in obbedienza alla volontà di
Dio, come ci attestano anche le parole dell’apostolo Paolo. (...) La preghiera cristiana,
partecipazione alla preghiera di Gesù, è per eccellenza esperienza filiale, come ci
attestano le parole del Padre Nostro, che il Salvatore ci ha lasciato. (...) Cari
Fratelli e Sorelle, come discepoli del Signore abbiamo una comune responsabilità verso
il mondo, dobbiamo rendere un servizio comune: come la prima comunità cristiana di
Gerusalemme, partendo da ciò che già condividiamo, dobbiamo offrire una forte testimonianza,
fondata spiritualmente e sostenuta dalla ragione, dell’unico Dio che si è rivelato
e ci parla in Cristo, per essere portatori di un messaggio che orienti e illumini
il cammino dell’uomo del nostro tempo, spesso privo di chiari e validi punti di riferimento.
E’ importante, allora, crescere ogni giorno nell’amore reciproco, impegnandosi a superare
quelle barriere che ancora esistono tra i cristiani; sentire che esiste una vera unità
interiore tra tutti coloro che seguono il Signore; collaborare il più possibile, lavorando
assieme sulle questioni ancora aperte; e soprattutto essere consapevoli che in questo
itinerario il Signore deve assisterci, deve aiutarci ancora molto, perché senza di
Lui, da soli, senza il “rimanere in Lui” non possiamo fare nulla (cfr Gv 15,5). Cari
amici, è ancora una volta nella preghiera che ci troviamo riuniti - particolarmente
in questa settimana - insieme a tutti coloro che confessano la loro fede in Gesù Cristo,
Figlio di Dio: perseveriamo in essa (...), implorando da Dio il dono dell’unità, affinché
si compia per il mondo intero il suo disegno di salvezza e di riconciliazione. Grazie!