2011-01-18 08:02:42

Varato il nuovo governo di unità in Tunisia. Sostegno da Stati Uniti e Unione Europea. Ancora tensioni nella notte


Tunisia ancora una volta in primo piano nel nostro giornale radio. Ad un mese esatto dall’inizio delle proteste è stato annunciato ieri il nuovo governo di unità nazionale. Un esecutivo che inaugura l'era post-Ben Ali e che tenta di riportare la calma nel Paese per condurlo alla
elezioni entro sei mesi. Da Tunisi, ci riferisce Stefano Vergine: RealAudioMP3

E intanto inizia ad arrivare il sostegno della comunità internazionale al nuovo esecutivo. L'amministrazione Obama saluta con favore le riforme annunciate e si aspetta che il
governo tenga presto libere elezioni nel pieno rispetto della legge. I parlamentari europei, invece, riuniti a Strasburgo in sezione plenaria, hanno ricordato le 78 vittime delle rivolte, ed hanno dato pieno appoggio al nuovo esecutivo per l’intero periodo pre-elettorale. Da Bruxelles, il servizio di Laura Serassio: RealAudioMP3

Manifestazioni contro il caro-prezzi si sono svolte in contemporanea in Algeria, poi in Sudan, ed anche in Giordania ed Egitto. Molti economisti hanno l’impressione che anche in questi Paesi sia arrivata l’onda lunga della crisi economica internazionale, causando, l’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, a fronte di un non adeguamento dei salari. Salvatore Sabatino ha intervistato Riccardo Moro, direttore della Fondazione Giustizia e Solidarietà: RealAudioMP3

R. - La crisi economica non favorisce la capacità di spesa nel momento in cui abbiamo anche un aumento dei prezzi. Sono state o mantenute o aumentate delle tassazioni locali sui prodotti alimentari, ma in modo particolare le origini della protesta sono fondamentalmente delle origini politiche nazionali di forte contestazione a questa sostanziale dittatura, che era in essere sotto la guida di Ben Ali che ha occupato il Paese in questi vent’anni, non solo politicamente, ma anche economicamente.

D. - La Tunisia è un Paese che ha da sempre avuto legami strettissimi con l’Europa. Quanto questa vicinanza e la conoscenza che il popolo tunisino ha di livelli di vita occidentali, può avere influito su questa protesta, secondo lei?

R. - Credo che questo abbia certamente influito. La Tunisia è vicinissima a noi, anche all’Italia e credo che il confronto con i livelli economici, ma anche con gli standard politici di molti Paesi europei abbia certamente contato.

D. - Molti osservatori parlano di una comunità internazionale piuttosto debole nei confronti di questa situazione. Perché secondo lei, perché ci sono stati molti investimenti in Tunisia da parte dei Paesi occidentali?

R. - Io credo che da un lato ci siano sicuramente molti coinvolgimenti; per certi aspetti ha colpito il silenzio nei confronti di Ben Ali, che per molti anni è stato considerato un amico di molti e che oggi più nessuno ricorda nemmeno di aver conosciuto. Credo, inoltre, che ci siano difficoltà ad intervenire, anche perché è molto difficile. Si teme il contagio, ma il contagio che cosa significa? Forse, se c’è un Paese, dove il contagio può avvenire, questo è la Libia, non l’Algeria. Un elemento, che è certamente interessante, è che non sembra esservi alcun ruolo dei leader fondamentalisti in questa protesta, anzi sembra che siano stati messi proprio ai margini; credo che l’Europa stia un po’ a vedere, sperando che emergano le forze democratiche che esistono.

D. - Ora gli investitori che siano inglesi, italiani o francesi, chiedono aiuto ai singoli Stati, che cosa avverrà da questo punto di vista?

R. - Non è estremamente difficile ripartire con dei colloqui che vedano delle partnership internazionali. Le partnership internazionali, obbiettivamente, esistevano prima, il difetto fondamentale è che il beneficio di queste intese dal lato tunisino andava in poche, pochissime mani, nelle mani di un’elite; nel momento in cui dalla parte tunisina esista un Governo con una maggior capacità di rappresentanza, io non vedo onestamente significative difficoltà a riprendere delle cooperazioni che vedano una performance economica tunisina anche positiva. (ma)










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