2011-01-18 15:00:16

Tornatore racconta Goffredo Lombardo, artefice dell'età dell'oro del cinema


Giuseppe Tornatore ricorda uno dei più importanti produttori cinematografici italiani firmando la regia del documentario "L'ultimo Gattopardo - Ritratto di Goffredo Lombardo", presentato in anteprima nazionale ieri sera all'Auditorium Conciliazione di Roma. Un film di straordinaria importanza per le numerose testimonianze raccolte che delineano con affetto e rimpianto la personalità e l’attività di questo protagonista della storia del cinema italiano cui sono legati tanti capolavori. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

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La carriera di Goffredo Lombardo, produttore cinematografico d'una stirpe che sembra non esistere più, scomparso all’età di ottantaquattro anni, nel febbraio del 2005, comincia dipingendo scene negli studi della Titanus a fianco del padre Gustavo. Carriera rapida: negli anni Cinquanta e Sessanta diventa il più potente produttore cinematografico italiano, il cui nome si lega a titoli indimenticabili firmati da Fellini, Visconti, De Sica, Olmi: impossibile ricordarli tutti. Per Giuseppe Tornatore, che gli dedica con affetto questo documentario, è come un debito di riconoscenza nato sul set del "Camorrista", uno degli ultimi film prodotti dalla Titanus, nel 1986. Scorrono sullo schermo i volti di attori, registi, sceneggiatori, amici, una cinquantina di protagonisti della storia del cinema italiano, per raccontare chi è stato davvero Goffredo. Perché era difficile farlo parlare di sé, schivo ad ogni tipo pubblicità che non fosse esclusivamente legata a una sua produzione. La premessa che fece all'ultimo incontro cui si rese disponibile, per una intervista rilasciata alla "Rivista del Cinematografo", nell'estate del 2003, fu semplice e schietta: "Non mi piace, non voglio, non mi interessa elencare i miei successi ed i miei sbagli, raccontare la mia storia. Mi dà fastidio quando qualcuno mi ricorda ciò che ho fatto e magari mi fa un complimento. Perché, dentro di me, io penso di essere una persona assolutamente normale che ha soltanto scelto di fare quello che si sentiva". Le qualità e la passione Goffredo le ereditò dal padre e dalla madre, Leda Gys, che amava ricordare come la meravigliosa interprete della Vergine Maria in uno dei primi film sulla vita di Gesù, "Christus" di Giulio Antamoro, girato nel 1916 in Egitto, nel bel mezzo del primo conflitto mondiale.

Lombardo ha trattato generi, rischiato produzioni, inseguito il successo, attraversato fallimenti e dolori enormi, ricevuto premi e riconoscimenti, frequentato l’alta società, ma con prudenza, insieme all’amatissima moglie Carla, senza mai dimenticare gli impegni della fede e della carità, una testimonianza che culminò - è doveroso ricordarlo – nel grande sforzo di organizzare il Giubileo del mondo dello Spettacolo nell’anno 2000.

Fu suo il desiderio di diffondere, al termine delle esequie celebrate nella Basilica romana di San Lorenzo in Lucina, frequentata puntualmente ogni domenica, il meraviglioso, struggente valzer di una delle sue produzioni più famose ed alla quale era legato con incommensurabile affetto, "Il Gattopardo" di Luchino Visconti.

Ai suoi interlocutori ricordava: “Non ditemi che sono bravo. Ditemi che sono onesto. Perché l’onestà viene al primo posto. Credetemi, è possibile essere onesti anche nel cinema". Quel cinema che questa sera ringrazia Goffredo Lombardo per ciò che ha fatto e per chi è stato.

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