L'Europa nega agli studenti le radici cristiane: agenda della Commissione senza feste
liturgiche
L'assenza delle feste liturgiche in un'agenda della Commissione di Bruxelles distribuita
agli studenti ha indignato la Francia. La notizia viene evidenziata in un articolo
di Bruno Bouvet sul quotidiano francese La Croix, del 13 gennaio scorso, ripreso e
tradotto da l’Osservatore Romano. Il ministro incaricato degli Affari europei, Laurent
Wauquiez, - riferisce l’articolo - ha denunciato, mercoledì 12 gennaio, la mancata
menzione delle feste cristiane in un'agenda distribuita dalla Commissione europea
a più di tre milioni di liceali e studenti europei. Da sette anni, la Commissione
europea distribuisce un'agenda scolastica a più di tre milioni di liceali - è il caso
della Francia - e di studenti in tutta Europa. Contiene informazioni in grado di aiutarli
nei difficili ambiti della loro vita quotidiana e anche illustrazioni che rappresentano
i grandi eventi che hanno costellato la storia della civiltà. Nell'edizione 2010-2011
sono riportate diverse feste religiose relative all'ebraismo, all'islam e all'induismo.
Ma le feste religiose cristiane non sono ricordate in questa agenda. Così come l'illustrazione
scelta per Natale è un abete proveniente dalla Finlandia. Sulla scia di un deputato
europeo britannico che ha avviato la polemica alla fine dell'anno scorso, Christine
Boutin, presidente del Partito cristiano-democratico, il 23 dicembre ha indirizzato
una lettera a José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, nella quale
gli ha espresso la sua “preoccupazione”, la sua «non comprensione”, oltre alla sua
“indignazione”. La Commissione europea “può sostenere che sia una dimenticanza? Ma
come si può involontariamente omettere di menzionare la festa di Natale, celebrata
in tutta Europa da numerose persone, anche non cristiane?”, scrive Christine Boutin.
Attraverso il suo portavoce, Johanna Touzel, la Conferenza dei vescovi europei aveva
già dichiarato che la mancata menzione delle feste cristiane in questa agenda era
«semplicemente incredibile”. Natale e Pasqua “sono feste importanti per centinaia
di milioni di cristiani e di europei. Si tratta dunque di una strana omissione e spero
che non sia stata intenzionale”, ha detto la Touzel, aggiungendo che “se la Commissione
non menziona il Natale come una festa nella sua agenda, allora dovrebbe essere aperta
il 25 dicembre e lavorare come in un giorno feriale”. Mercoledì 12 gennaio, nel corso
di una conferenza stampa organizzata a Parigi, il ministro francese incaricato degli
Affari europei, Laurent Wauquiez, ha voluto lanciare un “grido di collera”. Questa
iniziativa, “simpatica all'origine, è rappresentativa di un'Europa che non amo e che
non si ama. Questa Europa nega le sue radici cristiane e mette un pudico bavaglio
su ciò che è. L'Europa dei campanili non si accetta. Ma un'identità soffocata è un'identità
che si vendica”. Mercoledì scorso, Laurent Wauquiez non ha auspicato che l'agenda
fosse ritirata, contrariamente a due deputati francesi dell'Ump (Unione per la maggioranza
presidenziale) al Parlamento europeo, Constance Le Grip e Philippe Juvin, che l'11
gennaio avevano emesso un comunicato in tal senso. Al ministro ha fatto piacere che
la Commissione europea abbia riconosciuto il suo errore. In un comunicato, John Dalli,
commissario europeo per la Salute e la Politica dei consumatori, aveva in effetti
affermato che «si rammaricava molto di questa incoerenza”. Laurent Wauquiez ha quindi
auspicato che tale questione serva da lezione: “L'Europa non è solo una costruzione
istituzionale. Interroghiamoci su ciò che fonda il nostro patrimonio comune negli
ambiti della filosofia, della letteratura o della musica e valorizziamolo”. (R.G.)