Indonesia: i cristiani accusano il presidente Yudhoyono di non tutelare la libertà
religiosa
Il presidente Susilo Bambang Yudhoyono e l’intera classe dirigente indonesiana attraversano
una crisi di “coscienza”, prestano attenzione “ai giochi politici” dimenticando i
“valori fondamentali dell’individuo”, fra i quali “la libertà religiosa”. È quanto
afferma all'agenzia AsiaNews Theophilus Bela, presidente di Jakarta Christian Communication
Forum e segretario generale di Indonesian Committee on Religion and Peace. L’allarme
lanciato dal leader cristiano trova conferma nell’aumento dei casi di violenze interconfessionali:
“Nel 2009 – spiega – sono stati una decina i casi di attacchi contro fedeli o luoghi
di culto, ma nel 2010 il numero è schizzato a 45 episodi”. Il presidente Yudhoyono
ha chiesto con urgenza un incontro a porte chiuse con i leader religiosi, per stemperare
le polemiche attorno al suo operato e a quello dell’intero esecutivo. La scorsa settimana
nove capi del movimento interconfessionale hanno puntato il dito contro le autorità,
incolpandole di non aver mantenuto molte promesse, fra le quali una piena applicazione
della “libertà di religione”. In particolare, nel 2010 si è registrata una crescita
esponenziale nei casi di attacchi contro i cristiani: le violenze hanno interessato
chiese, ospedali o edifici cattolici nel West Java, Jakarta, Central Java e Solo;
a questi si aggiungono dozzine di episodi di aggressioni e devastazioni compiute da
fondamentalisti islamici contro chiese protestanti, nell’indifferenza del governo
indonesiano. Theophilus Bela rivendica il diritto di evangelizzare e la libertà di
pensiero per tutti gli indonesiani, compresi i cristiani. Egli aggiunge che i leader
religiosi “non possono rimanere in silenzio” se vedono qualcosa di sbagliato all’interno
della società. Vi è inoltre una colpevole “lentezza” da parte delle autorità nel reprimere
i casi di violenze da parte dei gruppi estremisti islamici. E per i cristiani, conclude,
restano due i punti cruciali da risolvere: la libertà di praticare la fede secondo
i riti tradizionali e la possibilità di costruire chiese. Fra i casi di violazione
alla libertà religiosa, il leader del Comitato indonesiano su Religione e pace ricorda
quanto è successo durante le recenti festività natalizie nella parrocchia di San Giovanni
Battista a Parung, nel distretto di Bogor: estremisti locali hanno impedito a 3mila
fedeli cattolici di celebrare la messa in una chiesa, confinandoli in un parcheggio
pubblico. (L.Z.)