El Salvador. Mons. Escobar: a 19 anni dalla fine della guerra “manca ancora una pace
stabile”
“Gli accordi di pace nel nostro Paese sono stati un esempio per il mondo e una grande
benedizione per noi… ciononostante, non siamo riusciti a concretizzare una convivenza
davvero pacifica, a porre le fondamenta della pace, come ci chiese la Commissione
della Verità”, l’organismo che indagò sulle violazioni dei diritti umani durante il
conflitto. Lo ha detto - riferisce l'agenzia Misna - in una conferenza stampa mons.
José Luis Escobar Alas, arcivescovo di San Salvador in occasione, ieri, delle celebrazioni
dei 19 anni dalla firma degli Accordi di Chapultepec, in Messico, che posero fine
alla guerra civile (1980-1992), costata 75 morti, per lo più civili, almeno 8 mila
‘desaparecidos’ e 12 mila invalidi. “E’ un processo – ha aggiunto - per il quale,
purtroppo, 19 anni non sono bastati e sono stati insufficienti. La generazione dei
giovani di oggi non ha conosciuto la guerra e ha il diritto di vivere in pace. Sono
nati in un altro contesto, ma purtroppo non abbiamo ancora una pace stabile, solida,
duratura, ben radicata, anche se siamo in un buon momento per raggiungerla”. Secondo
mons. Escobar, il Salvador porta ancora il peso di 40 anni di “guerra fratricida”,
che ha suddiviso nei dieci anni del periodo pre-conflitto, dal 1970 al 1980, anno
in cui fu ucciso mons. Oscar Arnulfo Romero; il conflitto vero e proprio; e la tappa
attuale, dal 2009 al governo c’è l’ex-guerriglia del ‘Frente Farabundo Martí para
la Liberación Nacional’ (Fmln), con il presidente Mauricio Funes, dopo vent’anni di
amministrazione della conservatrice ‘Arena’. E’ tempo di trovare soluzioni efficaci
a problemi irrisolti come gli alti indici di violenza e la povertà, che colpisce il
40 per cento dei sei milioni di abitanti, ha aggiunto il presule, rilevando che “non
può esserci una vita pacifica in un ambiente in cui si verificano così tanti omicidi
al giorno”. In una cerimonia ufficiale, il vice-presidente e ministro dell’Istruzione,
l’ex-comandante guerrigliero Salvador Sánchez Cerén ha definito gli Accordi di Chapultepec,
sottoscritti il 16 Gennaio 1992, “l’avvenimento più importante della storia moderna
del Paese”, rilevando che consentirono di “mettere a tacere i fucili”, permettendo
all’esercito di riprendere “il suo vero ruolo nel rispetto della Costituzione”, portarono
allo smantellamento della struttura militare del Fmln e alla creazione di un sistema
elettorale “affidabile e trasparente”. Ai giovani, Sánchez ha chiesto di “trasformare
in realtà la speranza di una vita migliore per il nostro popolo”. (R.G.)