2011-01-17 15:10:23

Algeria. Mons. Rault: indignarsi per gli attentati contro cristiani e musulmani


“Dobbiamo indignarci di fronte a qualunque attentato alla vita di persone e comunità e renderci solidali con quanti sono preda della violenza, da qualunque parte essa provenga e quali che siano coloro che ne sono vittime”: è quanto scrive nel bollettino della sua diocesi del mese di gennaio mons. Claude Rault, vescovo di Laghouat-Ghardaïa, in Algeria, commentando i recenti attentati alle comunità cristiane del Medio Oriente. “E’ doloroso vedere che si tratta di fatti i cui autori sono fanatici musulmani, sia in Egitto, nel Pakistan, in Iraq, in Nigeria e in altri luoghi ancora” prosegue il presule che sottolinea come non sono soltanto i cristiani ad addolorarsi di fronte a questi eventi, ma che “anche da parte islamica si levano voci per protestare contro questi crimini che funestano famiglie innocenti”. Delle persone rimaste coinvolte nelle terribili stragi, mons. Rault osserva che si tratta di persone che non avevano commesso “alcun delitto se non quello di praticare apertamente la loro fede in un Paese in cui il buon vicinato e la collaborazione fra credenti non è qualcosa di eccezionale”. “Questi fatti dolorosi – sostiene il presule – alimentano un ‘anti-islamismo’ che fa la fortuna di certi manipolatori”, ma non bisogna dimenticare anche i numerosi musulmani e quelle comunità musulmane che spesso subiscono vessazioni dagli stessi movimenti e le stesse intolleranze estremiste. “La morte tragica dei nostri fratelli di Tibhirine e di 12 altri membri della comunità cristiana in Algeria – ricorda il vescovo di Laghouat-Ghardaïa – non fa dimenticare la tragica scomparsa di 150 mila vittime della stessa violenza durante i tristi anni del terrorismo: giornalisti, imam, intellettuali, gente di ogni condizione. Ugualmente – considera il presule – il massacro ingiustificabile di cristiani in altri Paesi non potrebbe occultare l’orrore che ci racconta l’attualità pressoché quotidiana che riguarda i musulmani e altri membri della comunità umana”. Mons. Rault rimarca inoltre che “in nessun caso tali violenze sono da giustificare, anche se sotto pretesti di vendetta”. “'Non uccidere' non è un comandamento facoltativo tra quelli che Dio ha dato per il credente desideroso di considerarlo come Maestro di Vita – scrive ancora il presule –. Agli occhi di Dio un cristiano non ha un prezzo più grande di un altro credente o di ogni altra persona … Dio non fa discriminazioni tra i suoi figli. Ogni persona è sacra ai suoi occhi”. Infine il vescovo di Laghouat-Ghardaïa afferma che preservare la vita umana è uno dei più bei campi di collaborazione fra credenti e che sulla Terra “siamo tutti responsabili gli uni degli altri” ed è questo che “può far cadere le barriere tra comunità e persone”, “che siamo cristiani o no”. (T.C.)







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