Il cardinale Bagnasco: gli Stati rispettino sempre la dignità del migrante
“La Chiesa è, nel nome di Cristo, amica di ogni uomo”, così il cardinale Angelo Bagnasco,
arcivescovo di Genova e presidente della Cei, ha aperto l'omelia durante la Messa,
celebrata nella cattedrale genovese di San Lorenzo, in occasione della 97.ma “Giornata
mondiale del migrante e del rifugiato”. Il porporato ha quindi salutato tutti coloro
che approdano nella “nostra terra” da altre zone del mondo alla ricerca di “serenità,
prosperità e pace”, rivolgendosi ai numerosi stranieri presenti nella Cattedrale del
capoluogo ligure. La giornata odierna, ha poi spiegato l’arcivescovo di Genova, “vuole
educarci al valore della relazione, dell'incontro con persone e storie, popoli che
provengono da mondi, culture, religioni e tradizioni differenti, per crescere nell'accoglienza
e nella reciproca stima”. Il cardinale Bagnasco ha proseguito mettendo l’accento sull'importanza
del dialogo come “strumento e metodo” della fraternità che “valorizza le esperienze
umane, cristiane e religiose diverse”, con alcune particolari attenzioni: “In primo
luogo il dialogo della vita, che si ha quando le persone si sforzano di vivere pronte
a farsi prossimo”. Poi – ha aggiunto il porporato - “il dialogo dell’azione, nel quale
i cristiani e gli altri credenti collaborano per lo sviluppo integrale dei singoli
e dei popoli”. Inoltre, “il dialogo dello scambio teologico e il dialogo dell’esperienza
religiosa, nel quale le persone, radicate nelle loro tradizioni religiose, condividono
le ricchezze spirituali”. Il presidente della Cei è poi entrato nel merito del diritto
di emigrare affermando che "la Chiesa lo riconosce ad ogni uomo nel duplice aspetto
di possibilità di uscire dal proprio Paese e possibilità di entrare in un altro alla
ricerca di migliori condizioni di vita". E “al tempo stesso, gli Stati hanno il diritto
di regolare i flussi migratori e di difendere le proprie frontiere, sempre assicurando
il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana”. Il presidente della Cei
ha fatto poi riferimento alla lunga storia di accoglienza del capoluogo ligure, ricordando
che “Genova è luogo fondamentale nella storia della mobilità umana in Italia per le
partenze transatlantiche dal suo porto a partire dalla fine dell'800 e nei primi decenni
del '900; per la storia delle migrazioni interne e per i lavoratori frontalieri verso
il Principato di Monaco e la Costa Azzurra; per l'immigrazione di ritorno, oggi, dall'America
latina; per il mondo dei marittimi curati dalla 'Stella Maris' a Genova e in Liguria
fin dai primi anni del '900”. Il porporato ha concluso l’omelia chiedendo alla “Santa
Vergine, Stella maris, la grazia di continuare in Italia con rinnovata convinzione
questo cammino”. “Fa parte dell’anima e della missione della Chiesa – ha detto infine
il cardinale Bagnasco – essere segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità
di tutto il genere umano”. (M.G.)