La Congregazione di San Filippo Neri ricorda il Beato José Vaz nel terzo centenario
della morte
La figura e l’opera del Beato José Vaz, oratoriano, vengono specialmente ricordate
domani dalla Congregazione di San Filippo Neri e da numerose diocesi asiatiche, in
occasione del III centenario della morte. Discendente da una famiglia di bramini,
il futuro missionario nacque il 21 aprile 1651 a Benaulim, un villaggio nel territorio
di Goa, allora capitale delle colonie portoghesi di Estremo Oriente; ricevette la
prima istruzione culturale e spirituale dai genitori, devoti cattolici, prima degli
studi umanistici all’Università dei Gesuiti, a Goa, e della formazione teologica presso
il Collegio dei Domenicani. Dopo l’ordinazione sacerdotale ricevuta nel 1676, fu invitato
dal patriarca di Goa a svolgere il ministero sacerdotale a Kanara, dove si fermò per
alcuni anni, distinguendosi per lo zelo apostolico. Tornato a Goa, si unì nel 1686
ad un piccolo gruppo di sacerdoti e pose la novella comunità sotto la regola dell’Oratorio
di San Filippo Neri, il grande apostolo della Roma cinquecentesca che aveva sempre
desiderato di raggiungere le Indie per la missione ad gentes, prima di convincersi
a considerare come sue “Indie” i luoghi romani del degrado e della sofferenza. Alcuni
mesi dopo, nell’aprile 1687, lasciò la sua terra e la comunità per recarsi missionario
con due soli compagni nell’isola di Ceylon, attuale Sri Lanka, dove i conquistatori
olandesi impedivano ai sacerdoti cattolici il libero svolgimento della loro missione.
Si stabilì in un primo momento a Jaffna, tentando di stabilire un contatto con quei
cattolici che erano stati costretti a nascondersi dal regime calvinista e con quanti
avevano abbandonato la fede per la pressione delle autorità. Dopo circa nove anni
di apostolato a Jaffna, decise di continuare la sua missione all’interno dell’isola,
nel regno indipendente di Kandy. Arrestato come spia, venne imprigionato nel palazzo
reale di Kandy, ottenendo la propria liberazione grazie ad alcuni prodigi, tra cui
il “miracolo della pioggia”, che liberò il Paese dalla perdurante siccità. Da quel
momento ottenne la protezione del sovrano di Kandy, che lo autorizzò ad esercitare
il suo ministero in quel territorio. Nel 1696 giunsero a Ceylon gli Oratoriani di
Goa, insieme ai quali il P. Vaz poté costituire la missione oratoriana nell’isola,
contribuendo in modo determinante alla rinascita del cattolicesimo in Ceylon. Alla
sua morte, avvenuta a Kandy il 16 gennaio 1711, l’oratoriano lasciava un’abbondante
messe spirituale, con circa centomila Battesimi amministrati negli anni e l’edificazione
di decine di chiese e cappelle. Ieri, la Procura Generale degli Oratoriani ha commemorato
il Beato Vaz a Mérida (Messico), in occasione della consegna ufficiale del Rescritto
Apostolico che ha eretto canonicamente in Congregazione dell’Oratorio la comunità
di Mérida, avviata nel 1999 da due Padri oratoriani di Città del Messico. (M.V.)