2011-01-14 14:35:25

Indonesia: gli studiosi islamici in favore delle parole del Papa sulla libertà religiosa


I docenti delle scuole islamiche dell’Indonesia, Paese che, con 200 milioni di abitanti il 79% dei quali di religione musulmana, risulta il Paese a maggioranza islamica più importante del mondo, hanno commentato favorevolmente il discorso del Papa al corpo diplomatico. “Il Papa ha dato un serio monito ai leader delle nazioni sul rischio di marginalizzazione della religione nella società - ha detto all'agenzia AsiaNews Ahmad Bagdja, docente della Nahdlatul Ulama, ribadendo poi l’importanza dei Pancasila, i cinque valori proclamati dai padri fondatori dell’Indonesia – se ciascuno di noi s’impegna a essere un buon cristiano o un buon musulmano è innegabile che sarà anche un buon cittadino”. L’Indonesia ha tra i suoi principi fondanti la laicità dello Stato e la libertà religiosa, che spesso, però, non vengono rispettate. L’ex rettore dell’università islamica di Jakarta a Cipitat, Azyumardi Azra, fa notare che l’estremismo esiste anche in altre religioni e che nei Paesi islamici, spesso, i conflitti e le violazioni della libertà religiosa non sono dovuti solo all’estremismo, ma anche a fattori politici: “Quello che è accaduto in Iraq è espressione dell’instabilità politica che da anni grava nel Paese – cita come esempio, sottolineando quanto sia necessario che le popolazioni colgano il vero spirito della propria fede, cioè la pace e l’amore – se questi due aspetti venissero praticati in pubblico, il fondamentalismo religioso non sarebbe così forte”. Anche Ulul Ma Huda, docente di Al Hidayah a Purwokerto, è intervenuto, imputando l’attuale caos all’interferenza dello Stato nelle questioni personali dei cittadini: “Il modo più efficace per frenare tale fenomeno è un intenso dialogo tra musulmani moderati e cristiani, per ridurre la povertà con una collaborazione reciproca”. (R.B.)







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