I cristiani in India denunciano: le autorità complici degli estremisti in Karnataka
In Karnataka le autorità di polizia sono troppo spesso complici con gli estremisti
Hindutva, come dimostra il caso del pastore Isaac Samuel. E almeno 200 giovani cristiani
si trovano a rispondere di false accuse lanciate contro di loro nei disordini del
2008, seguiti agli attacchi degli estremisti indù, che invece continuano a restare
impuniti. Il Global Council of Indian Christians (Gcic) denuncia questa disparità
di trattamento, e le collusioni locali, stilando un bilancio provvisorio della situazione
delle violenze commesse contro la minoranza cristiana in Karnataka. Parlando in esclusiva
all'agenzia AsiaNews, Sajan K. George, presidente del Gcic ha detto: “Sulla base
delle denunce registrate presso la Commissione nazionale per i diritti umani dell’India
e la Commissione per i diritti umani dello Stato, almeno 28 attacchi sono stati registrati
fra l’agosto e il settembre 2008. E ancora adesso la gioventù cristiana della zona
deve fronteggiare circa 200 casi di denunce in tribunale collegate con i disordini
che hanno fatto seguito agli attacchi organizzati e ben pianificati contro le chiese
e i luoghi di preghiera intorno a Dakhina Sannada il 14 e il 15 settembre 2008. Ma
al contrario le denunce contro gli aggressori, che sono membri dello Sri Ram Sena,
non hanno avuto seguito”. Sajan K. George aggiunge: “E’ causa di seria preoccupazione
il fatto che il futuro di giovani cristiani innocenti sia messo in pericolo, con false
accuse depositate contro di loro. A causa di queste false accuse, vengono negate loro
opportunità di lavoro. Molte denunce sono state registrare dalle autorità grazie a
pressioni dall’esterno. Mentre non è stato fatto nulla da parte dei responsabili locali
per perseguire coloro che si sono responsabili di violenze e aggressioni verso i cristiani.
E ciò è avvenuto a dispetto delle indicazioni precise emanate dalla Commissione per
i diritti umani”. Il presidente del Gcic fa un appello al governo del Karnataka: “Deve
prendere immediate iniziative per proteggere le vite e le proprietà della microscopica
comunità cristiana. E soprattutto deve assicurare alla comunità cristiana, come vuole
la nostra Costituzione nazionale, la possibilità di praticare in pace la propria fede,
e garantire la sicurezza dei luoghi di culto”. (R.P.)