Benedetto XVI approva il Decreto, Giovanni Paolo II sarà Beato il primo maggio 2011
Giovanni Paolo II sarà beatificato il prossimo primo maggio. La cerimonia sarà celebrata
inVaticano e sarà presieduta da Benedetto XVI. La data è stata ufficializzata questa
mattina, con la firma da parte del Papa del decreto di Beatificazione, nel quale figurano
anche i nomi di altri prossimi candidati agli onori degli altari, tra i quali il prof.
Giuseppe Toniolo – fondatore della Settimana sociale dei cattolici italiani – e cinque
suore bosniache uccise in odio alla fede. Certamente, la notizia che sta facendo velocemente
il giro del mondo riguarda la figura di Papa Wojtyla, spentosi il 2 aprile 2005 e
giunto al traguardo della Beatificazione dopo il riconoscimento di un miracolo avvenuto
poco dopo la sua morte, riguardante una suora francese. Al microfono di Roberto
Piermarini, il prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il cardinale
Angelo Amato, parla del miracolo attribuito a Giovanni Paolo II e del modo in
cui si è sviluppato l’iter della Causa:
R. - Dico
subito che questa Causa ha avuto due facilitazioni. La prima riguarda l’esonero pontificio
dall’attesa dei cinque anni per il suo inizio, e la seconda il passaggio per una corsia
preferenziale, che non la mettesse in lista di attesa. Però, per quanto riguarda il
rigore e l’accuratezza procedurale non ci sono stati sconti. La causa è stata trattata
come le altre, seguendo tutti i passi previsti dalla legislazione della Congregazione
delle Cause dei Santi. Anzi, se posso avanzare una mia prima constatazione, proprio
per onorare degnamente la memoria di questo grande Pontefice, la causa è stata sottoposta
a uno scrutinio particolarmente accurato, per fugare ogni dubbio e superare ogni difficoltà.
D.
- Cosa ci può dire ancora sul miracolo?
R. - Si tratta della guarigione
dal morbo di Parkinson della francese Suor Marie Simon Pierre. La malattia fu diagnosticata
nel 2001 dal medico curante e anche da altri specialisti. La Suora ricevette le cure
relative, che ovviamente più che guarirla, ne attenuavano in parte i dolori. Alla
notizia della scomparsa di Papa Woityła, affetto dallo stesso morbo, Suor Marie
e le consorelle iniziarono a invocare il defunto pontefice per la guarigione.
Il 2 giugno 2005, stanca e oppressa dai dolori, la religiosa manifesta alla Superiora
l’intenzione di voler essere esonerata dal lavoro professionale. Ma la superiora la
invita a confidare nella intercessione di Giovanni Paolo II. Ritiratasi, la suora
passa una notte tranquilla. Al risveglio si sente guarita. Sono scomparsi i dolori
e non sente alcun irrigidimento nelle articolazioni. Era il 3 giugno 2005, festa del
Sacro Cuore di Gesù. Interrompe subito la cura e si reca dal medico curante, il quale
non può che constatarne la guarigione.
Nell’elenco dei prossimi Beati per
i quali Benedetto XVI ha firmato oggi i Decreti spicca la figura, definita da mons.
Amato, “di grande rilievo culturale”, del prof. Giuseppe Toniolo, laico e padre di
famiglia, ordinario di Economia politica all’Università di Pisa, vissuto tra il 1845
e il 1918 ed esponente di primo piano del cattolicesimo sociale in Italia. “Commovente”,
ha proseguito il prefetto per le Cause dei Santi, è poi la vicenda del brutale martirio
subito – tra il 15 e il 23 dicembre 1941 – da cinque suore cattoliche bosniache, dell’Istituto
delle Figlie della Divina Carità, uccise in odio alla fede “semplicemente perché erano
religiose addette al soccorso dei bambini e dei poveri”. Agli onori degli altari salirà
anche la Venerabile Madre Antonia Maria Verna, fondatrice dell’Istituto della Carità
dell’Immacolata Concezione d’Ivrea, vissuta a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento.
Gli
altri decreti, ha spiegato il cardinale Amato, riguardano le virtù eroiche del siciliano
Antonio Franco, Prelato di S. Lucia del Mela (1585-1626); del tedesco Francesco Maria
della Croce Jordan, fondatore dei Salvatoriani (1848-1918); del sacerdote americano
Nelson Baker (1842-1936); dell’adolescente spagnolo Faustino Pérez-Manglaro, postulante
della Compagnia di Maria (1946-1963), e della brasiliana Francesca di Paola di Gesù,
conosciuta come “Nha Chica” (1810-1895), che spese la sua vita nella preghiera e nell’esercizio
della carità verso i poveri. “Sono tutte figure affascinanti – ha concluso il porporato
– la cui fama di santità è molto diffusa nei Paesi di origine e che costituiscono
sempre degli esempi di grande attualità nella testimonianza evangelica”.