2011-01-13 11:11:09

Venezuela: la Chiesa teme svolte autoritarie dello Stato e chiede il rispetto della Costituzione


“Aneliti di unione, giustizia, libertà e pace per il Venezuela”: così s’intitola la dichiarazione della Conferenza episcopale venezuelana pubblicata al termine dei lavori dell’Assemblea plenaria, nel corso della quale i presuli hanno analizzato la situazione socio-politica del Paese nella cornice delle celebrazioni del bicentenario dell’indipendenza. Per i vescovi, il 5 luglio prossimo, quando il Venezuela ricorderà la sua nascita repubblicana, non potrà dimenticare che lo storico atto istitutivo invoca Dio come testimone e come garante dei propositi che ispirarono il sorgere della Nazione. In quel documento, aggiungono i vescovi, si parla esplicitamente della “cornice spirituale e religiosa cristiana e degli ideali di libertà e giustizia, unità e pace. I fondatori della Repubblica, con coraggio e sacrificio, intrapresero un lungo cammino per costruire una Nazione libera, sovrana e indipendente, basandosi nel rispetto della dignità e della vocazione alla libertà di ogni persona”, scrivono i vescovi, aggiungendo: “L’omaggio migliore che oggi possiamo tributare alla loro memoria consiste nell’onorare ed approfondire, nelle nostre leggi e nelle nostre istituzioni repubblicane gli ideali che ispirarono queste persone nella ricerca del bene comune del Paese e nel rispetto della volontà e delle decisioni del popolo”. Oggi, secondo l’analisi dei presuli, il Paese ha davanti a sé “un imperativo etico e legale” centrale: il rispetto “della lettera e dello spirito della Costituzione vigente” poiché “è il fondamento dello Stato di diritto e la garanzia principale dei diritti del popolo. Nel mese di dicembre scorso, in mezzo alle calamità pubbliche causate dalle piogge incessanti; il governo e l’Assemblea nazionale hanno dato priorità ad un’agenda ideologica destinata ad imporre un sistema statale socialista e totalitario e un governo contrario alla Costituzione vigente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, sancita con il voto popolare il 15 dicembre 1999”. I presuli ricordano tra l’altro che il referendum del 2 dicembre 2007 rifiutò i tentativi di ulteriori modifiche della Costituzione per adeguarla al progetto ideologico governativo. Nel contesto di queste circostanze non sempre chiare e trasparenti, “è stata promulgata - precisano i vescovi - una legge che conferisce al presidente poteri anche per legiferare nell’arco di 18 mesi con la giustificazione della gravissima situazione”, che si è venuta a creare nel Paese come conseguenza delle catastrofi naturali. La Conferenza episcopale esprime grande preoccupazione poiché questa legge permette al governante di legiferare su materie che nulla hanno a che fare con l’emergenza naturale e lascia nelle mani del presidente un potere concesso da parlamentari che non sono più tali dopo la fine della legislatura precedente e l’elezione di una nuova Assemblea nazionale. “Ciò - osservano i vescovi - è contrario alla volontà popolare espressa nelle elezioni del 26 settembre 2010, che hanno configurato un nuovo Parlamento con una rilevante presenza di rappresentanti delle opposizioni”. In particolare i vescovi dichiararono la loro preoccupazione per le leggi sul cosiddetto “poder popular”, perché impregnate di “contenuto ideologico escludente” e al servizio del centralismo presidenziale. Inoltre, fra le 25 leggi approvate dall’Assemblea nazionale uscente in un modo poco chiaro e poco costituzionale, i presuli identificano come pericolose quelle che legiferano sulle telecomunicazioni, sulla responsabilità della radio e della Tv, sui partiti politici e le università. Tutte queste leggi, “comportano - rilevano ancora i vescovi - limitazioni ai diritti fondamentali dei cittadini, condizionano la libertà di coscienza e cercano di consolidare un pensiero unico”. La Conferenza episcopale conclude con un appello al governo e ai leader dei partiti “affinché prendano atto della pericolosità di questa situazione” e della “gravissima responsabilità che hanno davanti a Dio e al Paese”. “Chiediamo a tutti di rispettare le esigenze democratiche del popolo venezuelano di rettificare i propositi che cercano di stabilire un’egemonia assoluta dello Stato su altri spazi e aspetti della vita del Venezuela. Si tratta di pretese che mettono a repentaglio la libertà, la giustizia e i diritti costituzionali del popolo”. (A cura di Luis Badilla)







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