Messico. Giornata del migrante: accogliere e ospitare i rifugiati un gesto di solidarietà
umana
Domenica prossima la Chiesa celebra la "Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato"
mentre l’Organizzazione delle Nazioni Unite celebra questa giornata il 18 dicembre.
In Messico il tema riveste particolare attualità, in quanto negli ultimi mesi si è
aggravata la crisi dell'immigrazione e si susseguono notizie di deportazioni di massa,
violenze e omicidi che avvengono sia lungo il confine con gli Stati Uniti, al nord,
ma anche alla frontiera meridionale, in particolare al confine con il Guatemala. Nella
nota inviata all’agenzia Fides dalla Conferenza episcopale del Messico, firmata da
mons. Enrique Sanchez Martinez, il vescovo ausiliare di Durango afferma: “quasi tutti
abbiamo parenti o amici negli Stati Uniti. Il sogno americano è tuttaltro che una
realtà. Ogni giorno diventa sempre più precaria la qualità della vita di molti immigrati
che vivono negli Stati Uniti, in particolare per quanti sono senza documenti, senza
servizi sanitari, senza istruzione e vedono la violazione dei loro diritti, così ha
denunciato l'organizzazione ‘Durango Unido en Chicago’. La caccia ai migranti negli
Stati Uniti ha fatto calare le rimesse: lo stato di Durango registrava nel rapporto
finale del 2010 entrate in valuta estera (arrivate attraverso questa via) per 284.8
milioni di dollari, 83 milioni in meno dell'anno 2007, quando aveva raggiunto il suo
picco. Significa un calo del 16,73% e 3.9 milioni in meno rispetto al 2009, come ha
rivelato la Banca del Messico (Banxico)”. Su questo tema la Chiesa cattolica ha sempre
espresso una profonda preoccupazione, sia per chi vive l'esperienza della migrazione
(un fenomeno di grandi dimensioni, con problemi sociali, economici, politici, culturali
e religiosi) che per la drammatica sfida posta alle comunità nazionali e alla comunità
internazionale. Il vescovo ricorda inoltre che la Chiesa riconosce ad ogni uomo il
diritto di lasciare il suo Paese e di entrare in un altro, alla ricerca di migliori
condizioni di vita. Accogliere i rifugiati e dare loro ospitalità è, per tutti, un
gesto di solidarietà umana, per non farli sentire isolati a causa dell'intolleranza
e del disinteresse. Se chiediamo questo per i nostri familiari, amici e connazionali
in America – conclude la nota -, dobbiamo anche offrire la stessa cosa a coloro che
entrano nel nostro Paese attraverso il confine meridionale. (R.P.)